L’orso ingrato
Renata manda questa fiaba tratta da: "Enciclopedia della favola", fiabe di tutto il mondo raccolte da Vladislav Stanovsky e Jan Vladislav (9 gennaio 2002).
Un giorno un orso polare se ne stava sulla riva a guardare il mare.
Vide in lontananza un banco di ghiaccio che galleggiava,e su quel banco c’erano delle foche.
“Peccato che siano così lontane! Sarebbero un bel pranzetto “Sospirò l’orso”.
In quel momento un colpo di vento gli sfiorò l’orecchio e gli sussurrò:
“Aiutami, orso, io poi penserò a spingere il banco di ghiaccio verso la riva.
“Ma chi sei tu?
“Sono il vento, ma sono molto debole.
“Come posso aiutarti?
“Soffia forte, ed io diventerò più robusto.
L’orso trasse un profondo respiro e soffiò forte. Il vento riprese forza e in pochi minuti spinse a riva il banco di ghiaccio con sopra le foche.
Quindi si distese sul ghiaccio e si mise a dormire.
Dopo un po’, il vento soffiò di nuovo all’orecchio dell’orso:
“Aiutami, orso sono di nuovo troppo debole.
“Lasciami stare. Come faccio a soffiare se sono addormentato?
Il vento se ne andò verso il mare.
In quel mentre alcuni cacciatori arrivarono sulla spiaggia, e videro il banco di ghiaccio che galleggiava poco distante con sopra l’orso addormentato.
“Ma guarda che bel colpo!” dissero.
L’orso si svegliò, vide i cacciatori, e subito cominciò a chiamare il vento in
aiuto:
“Vento, vento, vieni in fretta e allontana questo banco dalla spiaggia. Se non ti muovi i cacciatori mi uccideranno.
Ma il vento sussurrò:
“Non posso farci nulla mio caro orso. Quando, ti ho chiesto di aiutarmi, ti sei rifiutato. E ora sono troppo debole per aiutarti”.
I cacciatori saltarono sul banco ed uccisero l’orso ingrato.