Luca
Barbara di Castri
Dove è finito Luca?
Io l’avevo conosciuto un giorno, in un bar di una via di Milano, aveva gli occhi grandi, allungati, ardenti, lo sguardo leale, limpido come l’acqua di un ruscello di montagna, lui scherzava sempre con i camerieri mentre spiluccava le noccioline, specialmente quando commentava il suo Milan, la squadra del cuore e con la mano si toccava sempre il petto.
Aveva un sorriso che allargava la bocca di tutti quelli che gli stavano vicino.
“Scandaloso, è stato un goal scandaloso” e poi giù le risate, gli insulti, i commenti su quel maledetto rigore che non c’era ma che poi è stato. Pazienza Luca. Il rigore e lo stop un giorno lo hanno fatto anche a te. Ma non è stato sul campo, è stato un amico sbagliato. Si fa tanto per dire, perché gli amici, se sono amici non sono mai sbagliati…
Una patatina e poi sempre il gelato, quello al gusto di stracciatella, con i pezzetti di cioccolato che ti si incastrano fra i denti.
Luca forse è stato per uno di quei maledetti giorni di pioggia, di quelli con l’aria grigia che ti soffoca come il fumo sputato da un tubo di scappamento, forse no.
O forse è stata quella ragazza che non ci stava…
o quel vento ribelle che ti soffia in faccia… maledetta malinconia se ti prende ai diciassette anni e non ti molla. Ma nessuno era lì a dirti che poi passa, magari tirando un calcio ad un pallone.
Luca tu eri spesso da solo il pomeriggio, solo perché ti piaceva, solo perché avevi paura dei confronti.
Luca tu volevi solo la play station, il computer e poca musica e nessuno ti aveva mai detto che troppi giochi elettronici sono come una mitraglia che trapana il cervello, Luca è quasi come una guerra, che la solitudine non si riempie così e che i sentimenti nascono con il contatto, con il profumo dei corpi e con l’energia delle mani e delle parole e degli sguardi.
Luca se solo lo avessi saputo, se solo mi avessero avvisato io sono sicuro che mi sarei avvicinato di più al tuo banco vecchio e scarabocchiato per parlare di calcio o di quella ragazza che non si era innamorata di te, anche se sono solo il tuo prof di italiano.
Ed invece un giorno hai esagerato con la birra e adesso sei finito sbattuto in una corsia di ospedale, rannicchiato in un letto anonimo.
Luca, Luca, Luca sei vivo?
Luca non mollare, non mollare mai, nello studio, nella vita, nell’amore, come quando sei nella curva e ti si accendono gli occhi per una palla in rete .
E se non hai gli amici cercali in strada, e se non hai i sogni inventali, e se non hai amore lo troverai quando meno te lo aspetti.
Ed allora sarà bello Luca, molto bello, molto più bello, perché
apprezzerai la vita.
Ma quello è Luca? “Ciao Luca!”
“Ciao prof! Domani torno a scuola!”
Che bello è stato rivederti oggi nel bar di quella via di Milano.