Lucciole tra il grano

Pietro Mastri

Leggiamo insieme Lucciole tra il grano di Pietro Mastri

Da quando la messe ha spigato
scintillano i campi ogni notte:
son lembi di cielo stellato.
O tacite stelle, che a frotte
vagate quaggiù senza fine,
o stelle piccine e vicine,
non sente la messe che dorme
quel palpito fitto, uniforme,
sfiorare le spighe recline?
al ritmo del tremolo trillo,
che a notte ogni zolla produce,
diffonde il suo ritmo tranquillo
quel palpito d’ali e di luce.
Se verde è la messe per ora,
la luce è di chiaro smeraldo,
se appena la spiga s’indora,
la luce è di un tono più caldo;
si fa di topazio man mano
che l’oro s’addensa nel grano.
Ed ecco l’estate. Una sera
lo cerchi pei campi dov’era,
quel vago stellato, ma invano…
o trilli nell’ombra, che fu?
Passaron le falci, le falci!
E un’arida stoppia si stende
là sotto agli ulivi e ai tralci.
Se lume di stella s’accende,
è lungi, ben lungi, lassù.

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