La luna, l’usignolo e le rose
Angiolo Silvio Novaro
Poesia tratta dal volume "Annibelli" di Luigi Ugolini e Armando Nocentini - Illustrazioni di Roberto Sgrilli - Società Editrice Internazionale (Giugno 1950)
Leggiamo insieme: La luna, l’usignolo e le rose di Angiolo Silvio Novaro
Nell’ora che ogni vetta
diventa violetta
e dondola ogni cuna,
uscì la bianca luna.
La luna uscì sul mare,
e il mùsico usignolo,
che addormiva il suo duolo (1)
sotto un dolce cantare,
ammutolì: stupore
gl’invase il picciol cuore.
Preso ebbe il cuore, e tacque
l’usignol, sì gli piacque
la bianca e schietta luna
nell’ora che ogni vetta
diventa violetta
e dondola ogni cuna.
L’usignolo tacque assorto;
ma le rose dell’orto,
chine a specchiarsi al fonte,
alzarono la fronte
verso la bianca luna,
e mormorava ognuna:
“Bacia me, bacia me,
che son la più bella:
bacia me, bacia me,
che sono tua sorella!”.
Appena udì le rose,
la luna si nascose
sdegnata e pallidetta
dietro una nuvoletta;
ma poi vi aperse un foro,
e con un raggio d’oro,
che parve una saetta,
baciava l’usignolo,
lui che tacea, lui solo.
(1) Che addormentava il suo dolore col canto
Illustrazione di Roberto Sgrilli
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