L’uscita alla fattoria

Le avventure della maestra Alice

Ecco il racconto di Cristina (21 ottobre 2003).

Quella mattina c’era una grande emozione nell’aria: la classe della maestra Alice era in partenza per la fattoria!
I bambini erano elettrizzati mentre si sistemavano sul pullman scegliendo il posto accanto all’amico del cuore e mettendo nel portapacchi gli zaini.
“Mi raccomando il pigiama, le pantofole, le mutande e i calzini di ricambio!”, aveva detto la maestra Alice nei giorni precedenti, mentre spiegava ai bambini tutte le cose che avrebbero visto e fatto in quei due giorni in campagna. “Andremo in una vera fattoria, osserveremo dal vivo gli animali che lì vengono allevati, mangeremo le cose che si producono lì e dormiremo nell’ex porcilaia riadattata per ospitare le persone.”
La maestra Alice era entusiasta dell’esperienza che stavano per vivere tutti insieme e questo entusiasmo lo trasmetteva abbondantemente agli altri partecipanti, infatti oltre a lei e ai bambini, c’erano pure la maestra di musica Cecilia, la maestra di ceramica Raffaella, il maestro di ginnastica Antonio e la bidella Lella che si era inserita nel gruppo affermando:”Due occhi in più con questi monelli non faranno male!”, ma in realtà si vedeva che moriva dalla voglia di passare due giorni con loro in un posto lontano dalla scuola!
Dopo i saluti e le ultime raccomandazioni delle mamme, il pullman partì e subito iniziarono i giochi e le canzoncine: per fortuna l’autista Piero era un tipo paziente!
Il tempo del viaggio passò in un lampo ed in men che non si dica ci si ritrovò alla fattoria: una bella costruzione rosa circondata da un bel prato verde con accanto l’ex porcilaia e poco distante il pollaio.
Dalla grande casa rosa subito uscirono Remigio e Caterina, i padroni della fattoria per accogliere i visitatori e i bambini, appena scesi a precipizio dal pullman, gli si raccolsero intorno: “Benvenuti a voi nella fattoria “Il Girasole”! – disse Remigio – Sistematevi nelle stanze i vostri zaini e poi raggiungetemi nella casa rosa: vi ho preparato una sorpresa!”
I bambini si organizzarono in un batter d’occhio e si ritrovarono tutti nella grande sala della casa rosa , dove Caterina aveva preparato una bellissima tavola con la colazione contadina: latte, pane, formaggio, miele, salame, marmellata!
Dopo la scorpacciata, la classe venne presa in un vortice di attività: dar da mangiare agli animali, raccogliere le uova, preparare la marmellata, impastare il pane e la pizza…
Tutti lavoravano con entusiasmo e si divertivano come pazzi!
La sera Remigio accese il camino nella sala grande della casa rosa, mentre Caterina preparava un grande tavolone stracarico di bontà: fettuccine, salsicce, patatine, pizza e una gigantesca crostata!
“Adesso saranno stanchi!” pensava la maestra Alice sperando in una tranquilla notte di sonno, dopo le fatiche di quella giornata.
Dopo quella bellissima cena e un po’ di canzoni accompagnate dalla chitarra della maestra Cecilia, i bambini andarono nelle loro stanze per prepararsi per la notte.
“Lavatevi, cambiatevi e non andate in giro scalzi!” – si raccomandò la maestra Alice.
“Sì, maestra!” – risposero in coro, con una strana faccia angelica, che subito la insospettì. “Queste lenze hanno in mente qualcosa” – pensò la maestra Alice – “Dovrò stare in guardia più del solito” il che era molto difficile perché già normalmente non le sfuggiva nulla e i suoi alunni lo sapevano bene!
I bambini presero a raccontarsi le avventure che avevano vissuto e sembravano che non finissero mai le cose da dire.
Vincenzo, un tipetto castano dall’aria furba, si preparò in fretta e poi cominciò a passeggiare per la stanza chiacchierando delle scoperte di quella giornata, sempre senza pantofole perché a lui piaceva così, tanto che in famiglia lo chiamavano “Vincenzo sempre scalzo”.
A un certo punto lanciò uno strillo: “Aaahh! Che è questa cosa molliccia sotto al mio piede!!”
Filippo, Marcello e Gastone corsero a vedere e subito scoppiarono a ridere.
”Tranquillo Vincenzo, hai solo pestato una cacca di gallina!”, gli disse Filippo tenendosi la pancia.
“Che schifo!”, continuava a strillare Vincenzo saltellando su un piede solo.
In un lampo apparve la maestra Alice che fissò Vincenzo incrociando le braccia con aria divertita: “Non voglio dirti niente, Vincenzo, mi basta che tu abbia capito da solo perché mi ero tanto raccomandata che non andaste in giro scalzi! In campagna queste sono cose che capitano!”
Vincenzo si unì alle risate degli altri e la maestra Alice lo aiutò a raggiungere il bagno su un piede solo.
La notte passò tranquilla e la mattina dopo tutti si svegliarono ascoltando il canto degli uccelli e tutti i suoni della campagna, così diversi da quelli che si ascoltano di solito in città!
Caterina aveva preparato una ricca colazione ed aveva confezionato per ognuno un barattolo di marmellata.
Con la pancia piena e gli occhi pieni della bellezza della natura che li circondava, si prepararono a ripartire: baci, abbracci, saluti e qualche foto ancora scattata dal maestro Antonio, poi tutti sul pullman!
La maestra Alice continuò a salutare Remigio e Caterina dal finestrino, poi si voltò verso i suoi bambini e il suo cuore si riempì di gioia nel vedere la contentezza sui loro musi.

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