La madre dei venti
C’era una volta un principe di nome Kim che amava andarsene in giro per il mondo. Un giorno Kim incontrò in un bosco una donna che lo invitò a scaldarsi vicino al fuoco. “Chi sei?”, le chiese incuriosito. “Mi chiamo Kira, sono la madre dei venti”, fece quella in tono solenne, poi aggiunse: “Il mio è un compito duro: ho dovuto allevare quattro figli scalmanati e ribelli, che se ne vanno per il mondo a briglie sciolte!”. Improvvisamente ci fu come un piccolo uragano; arrivò il primo figlio: “Salve mamma, abbiamo ospiti? Io sono Sio, il vento del Nord”, disse con veemenza. Poi cominciò a raccontare del suo ultimo viaggio: “Sono stato al Polo, ho soffiato sui ghiacciai con tutta la mia energia. Che divertimento!”. Poi ho fatto rabbrividire perfino i pinguini, le foche e le balene. Che gelo ragazzi! Mai visto un freddo così!” era davvero entusiasta, diceva che quello era stato il viaggio più bello che avesse mai fatto.
Ad un certo punto si levò un’aria che sapeva di mare… era Roy, il vento di Ponente. “Ciao mamma, ciao fratellone!”, li salutò allegramente. E poi si mise a parlare dei posti che aveva visitato: “Sono stato nella foresta tropicale, c’è una vegetazione fitta e rigogliosa, degli animali bellissimi e delle cascate spettacolari. Io mi sono divertito a soffiare con tutto il fiato che avevo e a sradicare centinaia di alberi secolari”, ghignò rozzamente. Kim era stupefatto per tanta brutalità; ma il peggio doveva ancora venire.
Arrivò il vento del Sud, Lou. “Ehilà, mamma, fratelli!”, urlò e diede loro forti pacche sulle spalle. “Da dove vieni?”, gli chiesero. “Arrivo dal deserto africano, ho seguito le carovane dei beduini. Pensate che ho provocato una tempesta di sabbia e ho sepolto un commerciante e il suo dromedario sotto una duna!”, rispose lui tutto contento. La madre stava per spazientirsi quando improvvisamente arrivò il quarto figlio. “Buonasera a tutti”, salutò con educazione e abbracciò la madre dandole un grosso bacio. Lei gli sorrise amabilmente. “Permetta che mi presenti”, esclamò rivolgendosi al principe Kim, “sono Sil, il vento dell’Est, giungo dalla Cina, un Paese vasto e affascinante; lì ho soffiato intorno alle torri facendo suonare le campane, sapeste che suono melodioso!”. Kim capì che il vento dell’Est era diverso dai fratelli: aveva un animo gentile e raffinato.
Quella sera, la madre dei venti invitò il principe a cena e tutti banchettarono intorno al fuoco. Ad una certa ora i fratelli decisero: “Andiamo a far scorribande, c’è un’aria così ferma in giro stasera; creiamo un po’ di movimento fratelli!”, disse il vento del Nord propositivo. Ma Sil rimase: “Faccio compagnia alla mamma”, disse, guadagnandosi le canzonature degli altri: “Sei un pappamolla!”, lo beffeggiarono e andarono via.
Con la complicità della quiete notturna e alla presenza di Kim, madre e figlio si abbandonarono a vecchi ricordi. Ad un certo punto Kira si lasciò andare allo scoramento e si confidò: “Sono molto preoccupata, Sil”, disse tra le lacrime, “so per certo che i tuoi fratelli fanno molto peggio di quel che raccontano, disseminano nel mondo morti e devastazioni, distruggono città, devastano foreste… vorrei tanto che queste catastrofi avessero fine!”. Sil cercava di consolarla, ma conosceva bene la furia dei fratelli.
Allora il principe Kim azzardò: “Scusatemi se mi intrometto, ma forse possiamo fare qualcosa!”. Si avvicinò a Sil e gli parlò all’orecchio. Sil gli sorrise convinto e disse: “Madre, io e il principe ci mettiamo in viaggio, ma non temere, torneremo presto!”. Detto fatto, volarono alla volta della Cina. Il principe Kim aveva portato con sé molto denaro. Si recarono ad una pagoda sul fiume e lì incontrarono un vecchio samurai. “Mi hanno indicato la vostra dimora. Sono in cerca dei magici vasi”, gli disse Kim. Il vecchio saggio entrò nella pagoda e uscì dopo qualche minuto. Portava con sé tre vasi bellissimi e riccamente decorati. Kim gli porse un sacchetto pieno di monete d’oro e disse: “È tutto quello che ho”. Il samurai prese il sacchetto e gli consegnò i vasi. Kim e il vento dell’Est sorvolarono l’oceano e tornarono a casa.
“Mamma, il principe ci ha donato la soluzione ai nostri mali”. “I magici vasi!”, esclamò la donna, che conosceva la loro prodigiosità. Li prese e ne tolse i coperchi. Con un gran frastuono arrivarono Sio, Roy e Lou che furono risucchiati nei tre vasi. La madre li avvertì: “Resterete lì per un po’. Poi, quando io deciderò di liberarvi, ve ne andrete per il mondo, ma tutte le volte che proverete a recare danni all’umanità sarete risucchiati nei vostri vasi” e così dicendo chiuse i coperchi.
Kira poi si rivolse a Kim: “Principe, se non fosse stato per te non avremmo mai potuto comperare i vasi, grazie per averci donato tutto il tuo oro”. “Cara Kira”, disse il principe, “non avrei mai potuto spendere meglio il mio denaro, i miei beni non valgono nulla in confronto al bene dell’umanità!” poi salutò la madre dei venti e suo figlio Sil e se ne andò con la gioia nel cuore.
E una bellissimo racconto