Mamma… arriposo

Annamaria Gatti

Pubblicato sul periodico “Città Nuova”, 2008

Caro direttore, mi lasci a casa a mamma per il giorno della sua festa?

Era stato deciso così, per la festa della mamma, a sorpresa. I tre bambini avrebbero pulito casa, papà avrebbe fatto la spesa e poi insieme avrebbero preparato i piatti preferiti della mamma: era o non era la sua festa?
Ma qualcosa non era andata dritta.
“Oh bella! Domenica devo lavorare!”
“Eh no, mamma, non dirmi che è vero! Non puoi lavorare quel giorno!” esclamarono i tre dell’apocalisse…
“Beh, il lavoro è lavoro e devo fare il mio dovere! Questo lo capite.”
Una strizzatina d’occhio del più grande e tutti erano tornati in silenzio.
“Certo, certo mamma! Figurati se non lo capiamo!”
“Bravi bambini miei!”
Ma la vendetta era ormai nell’aria.
Facevano lavorare la mamma di domenica, il giorno della sua festa?
Bene, avrebbero fatto loro qualcosa per capovolgere la sorte.
Alla seduta di guerra c’erano tutti e tre.
“Io propongo di far scivolare la mamma, così si sloga una caviglia e sta a casa!”
“Ma cosa dici! Vuoi buscarti dieci giorni senza merenda?”
“Meglio telefonare facendo la voce del direttore e dirle che c’è stato un cambiamento!”
“Anche per questo è previsto un bel castigo, lo sai”
“Scriviamo una protesta… anzi una richiesta scritta per bene…da grandi!”
“I grandi mi pare non scrivono …per bene, scrivono da arrabbiati!”
“Appunto noi lo faremo da gente come si deve: così ci ascolterà”
“Chi?”
“Il direttore del supermercato.”
La lettera in un battibaleno era pronta:
“Gentile direttore,
la nostra mamma dovrebbe lavorare il giorno della sua festa, ma dobbiamo chiederle di giustificarla, perchè quel giorno ha un appuntamento con la nostra sorpresa. E noi siamo la sua famiglia. E la sua famiglia è più importante di tutte le altre cose. Le chiediamo perciò, con tutta la nostra gentilezza possibile, perchè non vogliamo mica arrabbiarci, di non farla lavorare quel giorno, altrimenti noi che facciamo? Con quale mamma festeggiamo?
Siamo sicuri che lei capirà la nostra lettera e non ci farà sgridare, anzi la mamma, non dovrebbe proprio sapere che le abbiamo scritto, altrimenti che sorpresa sarebbe?
Ci piacerebbe conoscerla prima o poi. Meglio dopo la festa a sorpresa così le raccontiamo come è andata.
Luca, Pietro e Marco
P.S. Anche il papà non dovrebbe sapere niente della nostra giustificazione, meglio fare la sorpresa a tutti e due!”
Infatti, due giorni dopo, alla vigilia della festa, la mamma è tornata a casa raggiante: “La direzione ha chiuso il servizio la domenica, che strano! Però sono così felice di poter stare a casa quel giorno!”
“Anche noi mamma!” avevano gridato eccitati i bambini.
“E’ ora che capiscano che i genitori devono trascorrere il tempo con i loro figli!” aveva aggiunto il papà pensoso.
“Una cosa che non capisco però è questa: il direttore ha convocato solo me e mi ha pregato di portare i miei figli in sede il giorno dopo. Abbiamo un appuntamento con lui all’ uscita da scuola…”
I bambini erano già volati fuori a prendersela con il pallone. Meglio non sentire i commenti di quell’invito, meglio non dare l’impressione di essere un po’, solo un pochino, preoccupati!

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