Mercoledì – La strega in auto
Sofia Gallo
Acetta, strega perfetta, viveva in un bosco.
Il bosco non le piaceva. Acetta voleva andare a vivere nella città rumorosa e piena di gente.
Così passava le sue giornate chiusa in un capanno, a far cosa nessuno sapeva.
“Ti senti poco bene, Acetta? – chiedevano le altre streghe preoccupate – Vieni con noi a caccia di rane e topolini!”.
“Bel divertimento! Ho altro a cui pensare “, rispondeva Acetta sgarbata.
Un bel giorno uscì dal capanno con aria trionfante.
“Ecco a voi, signore – esclamò – la mia auto-carriola-decappottabile-ad aria-con gomme di legno”.
“Complimenti, è un vero capolavoro!”, dissero le streghe.
Acetta ringraziò, si cacciò sulla testa un grosso cappello, inforcò un paio di occhiali scuri e partì seduta sul suo buffo aggeggio.
Tutto andò bene fino al suo arrivo in città.
Acetta si infilò nel traffico a tutta velocità, senza badare a semafori, sensi vietati, vigili e segnali.
“Pazza, incapace!”, gridava la gente.
“Ferma quel coso!”.
“Non ho i freni – diceva Acetta – Ai freni non ho pensato!”.
Così cappottò nel bel mezzo della piazza del mercato, mandando a gambe all’ aria i banchetti di frutta, verdura, scarpe, pentole e nastrini.
Acetta fu subito arrestata.
Al processo vennero a difenderla tutte le streghe del bosco.
“Bisogna avere pazienza – dissero – Acetta è una buona strega. Voleva soltanto divertirsi un po’”.
I giudici accettarono di liberare Acetta a patto che tornasse da dove era venuta.
“Piuttosto resto in prigione”, disse Acetta con tono deciso.
“Se proprio vuoi – dissero allora i giudici – rimani in città, ma col divieto assoluto di guidare la tua automobile “.
Acetta fu felice ed ebbe il permesso di mostrare a tutti in un angolo della piazza la sua straordinaria invenzione.
Le streghe abbracciarono Acetta e tornarono in tutta fretta nel bosco.
Acetta si mise in piazza e la sua auto-carriola-decappottabile-ad aria-con gomme di legno e senza freni ebbe grande successo di pubblico. Tutti si domandavano come avesse potuto funzionare, ma purtroppo Acetta non poteva guidarla.
Così ben presto si stufò.
Si stufò della piazza, della gente, dell’auto, della frutta e della verdura, dei bambini che giocavano a pallone, delle chiacchiere delle vecchiette, dei vigili, di tutto.
Vendette la sua strana auto e ritornò nel bosco, dove si divertì un mondo andando a caccia di rane e topolini.