Nel parco

Giovanni Pascoli

Tratta da Myricae, 1897

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Certo il signore, e la chiomata moglie,
partì pe’ campi, ché già il tordo zirla:
muto, tra un’ampia musica di foglie
(dolce sentirla

d’autunno, a tarda notte, se il libeccio
soffia con lunghi fremiti sonori),
muto è il palazzo. S’ode un cicaleccio
di tra gli allori;

un cicaleccio donde acuti appelli
s’alzano come strilli di piviere:
il gatto è fuori: ruzzano i monelli
del giardiniere.

Torvo, aggrondato, il candido palazzo
formicolare a’ piedi suoi li mira;
e sì n’echeggia un cupo, a quel rombazzo,
battito d’ira;

ma non s’adira il giovinetto alloro,
il leccio, il pioppo tremulo ed il lento
salice: a prova corrono con loro;
cantano al vento.

 

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