Ninna nanna
Ugo Betti
O creatura, fa la nanna,
che mamma t’ha fatto il nido,
calduccio, di lana bianca,
col lenzuolo che sa di spigo,
rimboccato di qua e di là,
che se l’ometto s’avesse a scoprire,
se l’ometto dovesse patire,
poveri noi, come si fa?
Zitti! Dorme la cicala
che per letto ha la sua fronda,
con la testa sotto l’ala
dorme la rondine della gronda;
se passa il Re, con gran frastuono,
gli diremo “Fate ammodino:
non sapete che dorme un bambino?”
E il Re: “Per fargli fare un riso,
ecco un sogno tutto d’oro,
comperato in paradiso,
guarnito di seta, un vero tesoro!
Glielo mettiamo nei ditini…
Eccolo che ride, con due dentini!”
Non sono due, sono tre almeno
che li sente mamma al seno!
“Dico a te, faccia brutta:
mamma te la vuoi mangiare tutta?”
O piccolino, prenditi il latte,
ad anche il cuore di mamma che batte!
E se il latte dà poca sostanza
stacceremo farina bianca,
e se il pane sa di poco
metteremo la carne al fuoco!
Deve diventare, questo figlio,
forte come un leone: bello un giglio;
un gran principe, chi sa…
E di mamma se ne scorderà!