Le nuvolette
Se vi piace questa fiaba, dovete ringraziare Ale (21 marzo 2014)
Qualche tempo fa papà Sole e mamma Luna si ritrovarono a discutere su chi doveva stare sveglio di giorno e chi di notte.
Mamma Luna, infatti, avrebbe voluto restare sveglia di giorno per giocare con le sue figliolette Nuvolette. Papà Sole, invece, avrebbe voluto restare sveglio di notte per insegnare ai suoi figlioletti, piccoli astri, a danzare ordinatamente nel cielo. Così per qualche giorno la Luna splendette di giorno e il sole di notte. Ma la luce che la Luna emanava era talmente fioca che sulla Terra la gente iniziò a lamentarsi. Allo stesso modo, la notte, la luce di papà Sole era talmente forte che nessuno riusciva più a prendere sonno. E quando i bambini iniziarono ad addormentarsi durante il giorno sui banchi di scuola, i genitori infuriati iniziarono a perdere la testa.
Papà Sole e mamma Luna capirono che bisognava riportare le cose come erano prima o sulla Terra ci sarebbe stata una vera rivoluzione. Così mamma Luna tornò a vedersi solo di notte mentre, cullando le sue figliolette Nuvolette, con il suo chiarore assecondava il sonno dei bambini sulla Terra. Papà Sole dovette rinunciare all’idea di insegnare le buone maniere ai suoi figlioletti, piccoli astri, e quelli scappando di qua e di là riempirono disordinatamente tutto l’universo.
Per un po’ tutto sembrava andare per il verso giusto fino a quando le piccole Nuvolette, stanche di non vedere mai la loro mamma durante il giorno, si riunirono tutte vicine vicine per trovare conforto e nere per la rabbia iniziarono a piangere. Sulla Terra le lacrime delle Nuvolette arrivarono abbondanti e tiepide come quelle dei bambini, cosicché tutti gli abitanti, con gli occhi rivolti verso l’alto, cominciarono a chiedersi come mai la pioggia durasse ormai da così tanti giorni e che cosa rendesse tanto tristi le nere Nuvolette.
Nel frattempo, lassù nel cielo, infuriato per il pianto delle nipotine, nonno Tuono si fece sentire. Rimbombando come nessuno lo aveva mai sentito le rimproverò aspramente per i loro capricci, rattristandole ancor di più. Per il trambusto si svegliò persino nonna Fulmine. “Cos’è questo fracasso?” chiedeva. E le piccole raccontarono di quanto mancasse loro la mamma. Quando seppe tutta la storia nonna Fulmine illuminò a giorno la notte buia e subito le nipotine si dispersero sorridenti, rincorrendo mamma Luna che, illuminata da nonna Fulmine, si vedeva e non si vedeva.
Alla fine della notte la povera nonna era stanca di accendersi e spegnersi, tutto quel gioco le era costata un’enorme fatica; così tornò a riposare, mentre le Nuvolette si addormentarono quiete.
Il mattino seguente papà Sole svegliò tutti di buon’ora e le figlie Nuvolette, accortesi che la mamma non era più lì, chiamarono invano la nonna Fulmine e non trovando neanche lei ricominciarono a piangere disperate. Sulla Terra la cosa incuriosì di nuovo tutti gli abitanti che parlavano e riparlavano per capire come si potevano aiutare le piccole Nuvolette.
Un giorno la maestra di una classe di bambini che amava fare lezione all’aperto su un grande prato, reso ormai inutilizzabile a causa delle numerose pozzanghere che si erano formate, chiese ai suoi alunni: “Qual è la cosa che vi rende felici quando siete tristi?”. La più sveglia delle alunne rispose: “Correre su un prato colorato!”, il più discolo rispose “Giocare con un pallone colorato” e la più piccolina rispose: ”Indossare un abito colorato”. “Ecco cosa potrebbe far divertire le nostre amiche Nuvolette – disse la maestra – i colori!!”. E propose ai suoi alunni di portare in classe, il giorno seguente, tutte le stoffe colorate che avessero trovato in casa, poi avrebbero scelto solo i sette colori più belli e con l’aiuto delle mamme avrebbero costruito una lunga striscia colorata.
Il giorno dopo, per nulla spaventati dalla pioggia, i bravi bambini portarono a scuola stoffe di tutti i tipi: lenzuola, magliette, fazzoletti… e fino a notte inoltrata la maestra insieme alle mamme cucì con pazienza tutti i pezzi tra loro, mentre i bambini si addormentarono sui cuscini disposti per l’occasione nella palestra della scuola, un po’ disturbati dall’ira di nonno Tuono che si fece sentire fino a notte fonda. La mattina seguente il lavoro era già completato: un rotolo enorme di stoffa era poggiato all’ingresso della scuola, in attesa che tutti i bambini fossero svegli. Poi tutti riuniti sul prato bagnato, mentre le gocce di pioggia cadevano leggere come piume, i bambini con l’aiuto dei genitori iniziarono a distendere la striscia colorata. Era uno spettacolo formidabile. I sette colori scelti dalla maestra erano il rosso, l’arancione, il giallo, il verde, il blu, l’ indaco e il violetto. La striscia colorata ricopriva in lunghezza tutto il prato accanto ai banchi dei bambini e dall’alto le Nuvolette rimasero abbagliate da quei colori così intensi. Improvvisamente, la pioggia che era scesa abbondante nei giorni scorsi iniziò a diminuire d’intensità, le Nuvolette divennero grigie e il cielo nero si schiarì.
Papà Sole incuriosito dall’improvviso silenzio delle sue figliolette si fece largo tra di loro e guardando verso il basso si accorse da cosa erano tanto attirate le piccole Nuvolette. Una lunga striscia colorata? I colori attiravano e facevano rallegrare le sue figliolette? Come aveva fatto a non pensarci prima! E con un gran sorriso soddisfatto allungò i suoi lunghi raggi fino a colpire ognuna delle piccole lacrime delle sue figliolette, mentre cadevano sulla Terra. Questa volta l’effetto del riflesso dei suoi raggi sulle goccioline di pioggia lasciò senza parole gli abitanti della Terra, che dal basso ammiravano quello spettacolo. Papà Sole era riuscito a riprodurre i sette colori che componevano la striscia distesa sul prato e, lentamente, le Nuvolette dimenticando il motivo della loro tristezza iniziarono a disperdersi nel cielo. Quando anche l’ultima smise di piangere i raggi di papà Sole non poterono più riflettersi sulle lacrime e l’effetto colorato svanì. Papà Sole rimase comunque a riscaldare i bambini rimasti bagnati e ad asciugare le pozzanghere sul prato, dove i bambini si apprestavano ad organizzare un bel pic-nic.
Ecco perché, da quel giorno, ogni volta che c’è la pioggia e i raggi del Sole riescono a farsi spazio tra le nuvole, basta alzare lo sguardo verso l’alto e cercare la striscia di sette colori disposta a forma di arco, che quel bel giorno i bambini chiamarono ARCOBALENO