Ode alla scoreggia

Anonimo

Ode alla scoreggia

Leggiamo insieme: Ode alla scoreggia

Sin da quando il mondo aveva
ben viventi Adamo ed Eva,
era in voga in tutti quanti
di coprirsi sul davanti;
ma nessuno pensò, strano,
di coprirsi il deretano.

Le scoregge più discrete
conturbavano la quiete
e allor i dolci suoni
non urtavano i calzoni.

La scoreggia di gran gloria
si è coperta nella storia;
fin da quando i sodomiti,
di scoregge assai periti,
per eccesso di misura
si otturavan l’apertura.
I Romani allor sommessi
non frenarono gli eccessi.

Pur Augusto imperatore
scoreggiava a tutte l’ore
e la corte assai perfetta
scoreggiava in etichetta;
e, perfino in casi gravi,
scoreggiavano gli schiavi.

Si racconta che Tiberio
scoreggiasse serio serio,
che Caligola il tiranno
scoreggiasse tutto l’anno,
e più d’una ogni mattina
ne sganciasse Catilina.

Marco Tullio in Campidoglio
le lasciava come l’olio
e non eran certo poche,
domandatelo alle oche;
e perfino le Vestali
ci spegnevano i fanali.

Cicerone per ore intere
chiacchierava col sedere;
quelle poi di Coriolano
si sentivan da lontano
e, con schiaffo sulla trippa,
scoreggiava pure Agrippa.

Muzio Scevola e Porsenna
ne portarono per strenna
alle feste d’Imeneo,
ove il console Pompeo
e più ancora il gran Lucullo
scoreggiavan per trastullo.

Scoreggiava Roma intera
da mattina sino a sera;
scoreggiava in grande stile
pure il sesso femminile,
mentre invece Cincinnato
le faceva in mezzo al prato.

Scoreggiava come un tuono
fin Cleopatra dal suo trono
in contrasto ad Agrippina
che facevale in sordina;
e Cornelia ai suoi gioielli
ne lasciava dei fardelli.

Le faceva senza posa
Messalina silenziosa,
scoreggiava assai felice
la dolcissima Beatrice
ed il sommo padre Dante
le annusava tutte quante.

Le scoregge del Boccaccio
ti rendevano di ghiaccio;
scoreggiava pure il Tasso
imitando il contrabbasso,
mentre invece Machiavelli
sradicava gli alberelli.

Il gran Volta, con la pila
le faceva sempre in fila;
d’Archimede dir si vuole
che oscurasse pure il sole,
mentre a colpi di pennello
le faceva Raffaello.

Scoreggiò Napoleone
pure al rombo del cannone:
“La battaglia non si perda!”
e Cambronne disse: “Merda!”
ch’è la cosa più sicura
se c’è in mezzo la paura…

Dopo quanto è stato detto
non si può chiamar difetto
se noi pure qualche volta
le facciam a briglia sciolta,
perciò è logico e prescritto
che scoreggi il sottoscritto!

 

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