Paolino peperino

Ecco il racconto di Sonia (27 aprile 2012).

Peperino lo chiamavano tutti: i nonni, le maestre, gli zii, gli amici dei genitori, i vicini di casa… E peperino lo era davvero. Solo la mamma e il papà lo chiamavano Paolino e gli perdonavano tutte le numerose birichinate. Paolino peperino non stava mai fermo: saltava dal divano al tappeto, sbucava dallo schienale delle seggiole (una volta a scuola c’era rimasto incastrato), si arrampicava ovunque, correva a più non posso su e giù dalle scale, urlava come Tarzan, giocava di spada come Zorro, cavalcava scope, cani e gatti e peluches. Un giocattolo non gli durava più di un giorno: li smontava tutti e distruggeva qualsiasi oggetto passasse per le sue mani. Non vi dico i suoi libri, i suoi quaderni, il suo materiale scolastico: un disastro! Perdeva tutto e paciugava ovunque. Ma aveva una bella qualità: i suoi amici lo adoravano perché sapeva giocare con tutti, inventava ogni giorno un divertimento nuovo, organizzava gare, balli, corse, spettacoli, giochi di prestigio… Non bisticciava mai con nessuno, anzi metteva pace tra i litiganti. Insomma era una fonte di energia e simpatia! Era sì un peperino, ma del suo pepe c’era proprio bisogno perché aveva scoperto il segreto dell’amicizia ed essere amici rende il mondo più bello, più grande, più ricco!

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