Le pastorelle montanine
Franco Sacchetti (1332 - 1400)
Poesia tratta dal volume "Annibelli" di Luigi Ugolini e Armando Nocentini - Illustrazioni di Roberto Sgrilli - Società Editrice Internazionale (Giugno 1950)
“O vaghe montanine pasturelle,
d’onde venite sì leggiadre e belle?
Qual è il paese dove nate siete,
che sì bel frutto più che gli altri adduce? (1)
Creature d’Amor voi mi parete,
tanto la vostra vista adorna luce! (2)
Né oro né argento in voi riluce,
e, mal vestite, parete angiolelle”.
“Noi stiamo in alpe presso ad un boschetto;
povera capannetta è ’l nostro sito;
col padre e con la madre in picciol letto
torniam la sera dal prato fiorito (3),
dove natura ci ha sempre nodrito (4),
guardando il dì le nostre peccorelle”.
“Assai si dé’ (5) doler vostra bellezza,
quando tra monti e valli la mostrate:
ché non è terra di sì grande altezza,
dove non foste degne ed onorate.
Deh, ditemi se voi vi contentate
di star nei boschi così poverelle”.
“Più si contenta ciascuna di noi
andar drieto a le mandre alla pastura,
che non farebbe qual fosse di voi
d’andar a feste dentro a vostre mura.
Richezze non cerchiam né più ventura,
che balli, canti e fiori e ghirlandelle”.
Ballata, s’i’ fosse come già fui,
diventerei pastore e montanino;
e prima ch’io il dicesse altrui,
serei al loco di costor vicino,
et or direi “Biondella!” ed or “Martino!”,
seguendo sempre dove andasson elle.
(1) Che ci dà un frutto più bello di quello degli altri paesi; cioè voi
(2) Tanto la luce vi abbellisce
(3) “prato fiorito” potrebbe anche essere “Pratofiorito”, monte dell’appennino lucchese che ispirò il Sacchetti a scrivere questa poesia
(4) Nutrito
(5) Si deve
Conosco il luogo che ha ispirato il Sacchetti; prato fiorito andrebbe scritto Pratofiorito, è un monte dell’appennino lucchese, della valle della Scesta, sopra la conca di Siviglioli; la Scesta è un affluente della Lima che nasce dall’alto crinale tra l’Abetone e il Libro Aperto e si getta nel Serchio a Bagni di Lucca, sono luoghi a dir poco stupendi e fortunatamente ancora incontaminati.