Piani e monte

Giovanni Pascoli

Tratta da Myricae, Mondadori, 1945

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Il disco, grandissimo, pende
rossastro in un latte d’opale:
e intaglia le case ed accende
i lecci nel nero viale;

che fumano, come foreste,
di polvere gialla e vermiglia:
s’annuvola in rosa e celeste
quel botro color di conchiglia.

Qua lampi di vetri, qua lente
cantate, qua grida confuse:
là placido il muto oriente
nell’ombra dei monti si schiuse.

Si vedono opache le vette,
è pace e silenzio tra i monti:
un breve squittir di civette,
un murmure lungo di fonti:

via via con fragore interrotto
si serra la casa tranquilla:
è chiusa: nel bianco salotto
la tacita lampada brilla.

 

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