Piccola Onda

Ecco la fiaba di Zia Mariù (7 dicembre 2009).

C’era una volta, vicino al mare, un vecchio palazzo.
Arrivarono un giorno delle rumorose ruspe ed in poco tempo tutto fu raso al suolo, liberando sulla spiaggia il vento Matteo, che se ne stava da anni irrequieto tra le terrazze alte del vecchio palazzo.
Ora libero, si tuffò nel mare creando dei vortici.
Le piccole onde che si rilassavano tranquille sulla spiaggia cominciarono ad incresparsi, dei riccioli bianchi e spumosi si infransero sulla riva .
Le onde, prese dalla frenesia del vento Matteo, che si divertiva a raffiche ad infastidirle, cominciarono, stanche, a sfuggire dalle braccia di mamma terra.
Dal cielo, neri neri, arrivarono grossi nuvoloni.
Il vento Matteo soffiava infuriato sulla cresta del mare agitandolo come non mai. Una piccola onda sfuggì al controllo di babbo mare e si ritrovò al largo.
Sbattuta tra altre onde che non conosceva, alcune come grandi mura d’acqua.
La piccola onda impaurita si sentì abbandonata da babbo mare e andò a sbattere, esausta, sopra una scogliera dove dei pinguini riposavano al sole. Li guardò incuriosita e si scusò per averli bagnati.
Si adagiò per un po’ dentro una buca della roccia, quando, quasi assopita, un’onda fredda più grossa la tirò a sé, trascinandola nuovamente nell’oceano.
Si trovò piena di pesciolini che nuotavano e cominciò a spingerli al largo.
Erano in cerca della corrente di acqua calda e si affiancò a loro.
Vagarono per giorni e giorni quando in lontananza vide un’isola, delle onde che si increspavano sopra degli scogli sembravano chiamarla ed essa credendo che fossero sulla sua mamma terra, salutò i pesciolini e felice si avvicinò alla riva.
Una volta lì: vento e rabbia…Splash e splash, sugli scogli aguzzi e taglienti.
Dopo ore riuscì a unirsi ad altre onde disperate come lei e fuggì.
Andò a bagnare una vecchia balena che la caricò leggera su di sé, con il muso la spingeva …hop…hop…e con la coda la rimandava in su divertita.
Anche dei delfini si unirono a loro, fino a quando la balena la lasciò in lontananza di una spiaggia affollata.
Vai, le disse, là c’è la tua mamma!
Prudente, la piccola onda si spinse, pensando che il vento Matteo la scaraventasse indietro, ma invece incontrò un refolo gentile che la sollecitò verso la costa e là abbracciò la sua mamma .
Altre onde le erano corse allegre incontro e insieme salutarono babbo mare, ed essa gli disse: ma tu ci vuoi bene?
E il mare felice di aver ritrovato la sua piccola onda rispose: “Il mio bene è così forte che ogni volta che vi allontanate verso riva io vi tiro indietro per riprendervi tra le mie braccia. Senza di voi la mia vita sarebbe insignificante, sarei un mare piatto e senza emozioni.
Io esisto, perché voi esistete” .

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