Pilù, il gatto che abbaia
Jolanda Restano
Questa fiaba è stata scritta per il progetto "Mamme a Scuola di Petcare" di Purina. Per ascoltare la lettura della fiaba, clicca qui. La fiaba parte al minuto 17:59 della registrazione. Nella stessa registrazione si possono ascoltare altre fiabe che hanno partecipato allo stesso progetto. (7 gennaio 2014).
Leggiamo insieme: Pilù, il gatto che abbaia di Jolanda Restano
Pilù era un gattino rosso, simpatico, allegro e molto sveglio. A vederlo, sembrava un gattino come tanti altri, ma invece era un micio molto particolare. Infatti fin da piccolo lui non aveva mai miagolato come tutti gli altri gatti del quartiere. Lui fin dalla prima volta che aveva emesso un suono, aveva abbaiato. Sì, avete capito benissimo: Pilù era un gatto che al posto di fare: “MIAO!”, faceva “BAU!”.
A voi la cosa può anche sembrare divertente, ma Pilù, vi assicuro, non si divertiva affatto.
Nel cortile dove viveva, infatti, aveva provato ad andare d’accordo con gli altri gatti. Ma non appena cercava di parlare con loro e faceva “Bau bau!” invece che “Miao miao”, quelli lo guardavano strano e poi si allontanavano!
Se si avvicinava ai cani facendo “Bau Bau”, sulle prime questi si stupivano e magari lo trovavano anche divertente. Ma poi, quando si stufavano della novità, lo lasciavano solo.
Pilù si sentiva diverso, non accettato e tanto tanto triste. E malediceva la sorte che lo aveva fatto nascere né vero gatto, né vero cane!
Un giorno che era particolarmente di cattivo umore, saltò sul davanzale di una finestra e si sedette sconsolato. Non sapeva proprio cosa fare per farsi accettare per come era! Mentre cercava una soluzione, guardò attraverso il vetro e si accorse che era finito sulla finestra di una scuola. I bambini stavano tutti seduti nei loro banchi e sembravano divertirsi molto: stavano infatti disegnando, usavano un sacco di colori per esprimere i loro sentimenti e le loro emozioni con creatività e fantasia.
Guardandoli a Pilù venne un’idea: “Ma certo! Posso provare a fare così anche io! Se parlo, i miei amici non mi capiscono, ma se uso il disegno per far capire cosa provo, forse troverò un modo di comunicare con gli altri!”.
E così fece. Ogni mattina si metteva in cortile con un foglio bianco davanti e poi con le zampine intrise di colori, disegnava, disegnava e disegnava. Ed era anche bravo! I suoi disegni risvegliavano la curiosità di tutti. Sia i gatti che i cani si fermavano ad ammirarli.
I più curiosi gli facevano qualche domanda e si stupivano dei suoi “Bau bau bau!”. Ma poi rapiti dai colori e dalle emozioni che trasparivano dai disegni, si lasciavano coinvolgere e si dimenticavano del modo strano in cui Pilù parlava!
Piano piano, tutti si abituarono alla sua diversità, tanto da non farci più caso. Anzi, qualcuno provò anche a esprimersi come faceva lui: facendo “Bau bau” invece che “Miao!”. Così Pilù non si senti mai più solo, ma visse una vita lunga, felice e piena di amici.
Come racconta questa fiaba, può capitarci di incontrare persone, abitudini, realtà diverse dalla nostra. Non dobbiamo essere diffidenti, ma dobbiamo accettarle per quello che sono. Se fossimo tutti uguali, avete idea che noia?
Questa fiaba partecipa al progetto “Mamme a Scuola di Petcare” di Purina
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