Pinocchio

Elena Giulia Ghelardini

Pinocchio
Dipingendo l’ultimo occhio
Geppetto finì Pinocchio.
Da sempre desiderava un bambino
così fece un burattino.
Lo disegnò con impegno
poi lo creò con il legno.
Dopo averlo terminato
stanco cadde addormentato
e in quella notte strana
accadde una cosa assai balzana:
Pinocchio ebbe una visitina
da una magica fatina.
Ella gli disse: «Se farai il bravo come spero
diventerai un bambino vero!
Avrai un amico bello arzillo,
tuo compagno sarà un grillo
non potrai mai fare senza
lui sarà la tua coscienza».
Al mattino di buon’ora
Geppetto mandò Pinocchio a scuola
facendo lui la raccomandazione
perché facesse molta attenzione
ma non appena fu distratto
Pinocchio incontrò la Volpe e il Gatto
che ingannandolo con un gioco
lo vendettero a Mangiafuoco.
Il grillo preoccupato
la fatina chiamò turbato.
«Ognuno può sbagliare» gli venne a dire
«L’importante è non mentire!
Ora riprendi la retta via
e non dire alcuna bugia
perché in tal caso
hai visto già, ti cresce il naso!».
Pinocchio le promise allora
che sarebbe stato bravo ancora
ma nonostante la sua intenzione
cadde ancora in tentazione.
Lucignolo disse: «Apri gli occhi!
Il bello sta là tra i balocchi
non ascoltar la tua coscienza
io ti dico faccio senza!».
Così il grillo mai ascoltato
fu presto abbandonato
e Pinocchio facendo il monello
si trasformò in un asinello!
Vedendolo tardare
Geppetto decise di andarlo a cercare.
Non descriverò tutti gli incidenti
ma finiron tutti tra aguzzi denti.
Furono mangiati dalla balena
che si fece una ricca cena
e l’unico modo per uscire
fu poi farla starnutire!
Pinocchio triste e bagnato
si scusò rammaricato.
Ormai era sicuro
sarebbe stato più maturo.
Quella stessa sera Geppetto
trovò un bambino vero nel suo letto.
Il grillo dica la morale della fiaba:
«Solo con la coscienza, si fa la giusta strada!»

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