Pochettino

Tratta dalle Fiabe Toscane

Se vi piace questa fiaba, dovete ringraziare Raffaele (8 ottobre 2005).

C’era una volta un bambino di nome Pochettino. Per farlo giocare la sua mamma gli aveva nascosto un soldino in casa e lui, scopettando con la sua scopetta, lo doveva trovare. Quando lo trovò, Pochettino fu molto contento, e si mise a saltare dalla gioia.
Era indeciso su cosa comprare. Un sacchetto di ciliege? No, poi devo buttare noccioli e gambi. Un sacchetto di noci? No, poi devo buttare i gusci. Un sacchetto di fichi? Sì! Così non si deve buttare niente… Pochettino comprò un bel sacchetto di fichi e, mentre il papà lavorava nell’orto, si mise alla finestra a mangiarli con gran gusto. Come erano dolci. Come erano buoni. E come erano pochi… 🙁
Mentre stava mangiando l’ultimo, il fico gli scappò di mano e cadde a terra, proprio sotto la finestra. Come piangeva, povero Pochettino!
– Papà papà mi è caduto l’ultimo fico. Buahh!!!
Piangeva come una fontanella. Il papà lo consolò:
– Non piangere Pochettino, vedrai che i semini del fico vanno nella terra e crescerà una bella pianta di fichi proprio sotto la tua finestra!
E infatti così fu. Il fico è un albero che cresce in fretta, ma nelle favole cresce ancora più in fretta. Il giorno dopo Pochettino era alla finestra a mangiare i fichi belli maturi staccandoli dal suo albero, standosene comodamente seduto alla finestra della sua stanza. Mentre mangiava i suoi fichi tutto contento, passò l’Orco Minorco, un terribile Orco che abitava dopo la fine della strada, in una gola buia della montagna.
Pochettino sapeva che l’Orco Minorco andava in giro con un gran sacco per prendere i bambini ed aveva moltissima paura. L’Orco si avvicinò e disse:
– Dammi un fico, Pochettino!
E il bambino, tremando di paura, pensando che così se ne sarebbe andato, gliene lanciò uno. Ma l’Orco Minorco lo fece cadere e disse:
– È caduto per terra Pochettino! Allunga il tuo braccino e sporgimi un bel fico…
Ma Pochettino sapeva che l’Orco voleva acchiapparlo per il braccio per metterlo nel sacco, così gli lanciò da lontano un altro fico. Ma l’Orco lasciò cadere anche questo.
– È caduto su una cacca di mucca, Pochettino. Allunga il tuo braccino e sporgimi un bel fico…
Intanto l’Orco Minorco si era avvicinato e quando Pochettino staccò il fico dall’albero, prese Pochettino per il braccio e lo ficcò nel suo sacco. Com’era buio in fondo a quel sacco!
Cammina cammina, all’Orco Minorco gli venne da fare la cacca. Mise giù il sacco e Pochettino da dentro gridò:
– Vai più in là che qui si sente una gran puzza!
L’Orco si spostò un po’ più in là.
– Vai un po’ più in là che qui si sente ancora una gran puzza!
E l’Orco si spostò ancora più in là. E Pochettino di nuovo gridò:
– Spostati più in là, per favore, che qui si sente ancora una puzza tremendissima!
E l’Orco si spostò così lontano che Pochettino, da un buchetto dentro il sacco, non riusciva più a vederlo. Con un coltellino tagliò la corda che teneva il sacco chiuso, ci mise dentro dei pietroni grandissimi, richiuse il sacco e scappò via a gambe levate.
Quando l’Orco Minorco tornò, prese il sacco sulle spalle e disse: – Come sei pesante, Pochettino. Questa sera io e la mia mogliera faremo una bella cena!
Arrivò in casa e disse all’Orca Minorca:
– Mogliera, mia mogliera. Fai bollire la caldera che per cena questa sera ci mangeremo Pochettino!
E rovesciò il contenuto del sacco direttamente nell’acqua. Ma le pietre ruppero la caldera e l’acqua bollente finì addosso ai due Orchi. La moglie Minorca morì bollita mentre l’Orco Minorco si scottò moltissimo, ma si salvò.
Il giorno dopo l’Orco Minorco, ancora dolorante per le scottature, arrivò alla casa di Pochettino. Il bambino, appena vide l’Orco avvicinarsi, scappò sul tetto. L’Orco disse:
– Come hai fatto a salire sul tetto? Voglio venire anch’io così possiamo giocare.
Ma l’Orco in realtà voleva mangiarlo. Pochettino lo capì e disse:
– Ho fatto una scala con le padelle ed i tegami.
L’Orco Minorco entrò in casa, prese tutte le padelle e tutti i tegami che c’erano in cucina, li portò in giardino e fece una scala. Ma mentre stava salendo un tegame scivolò e l’Orco cadde a terra e si ruppe due o tre ossa. Così l’Orco chiese di nuovo:
– Come hai fatto a salire sul tetto? Voglio venire anch’io così possiamo giocare.
E Pochettino: – Ho fatto una scala con i piatti ed i piattini.
Così l’Orco entrò in casa, prese tutti i piatti e tutti i piattini che c’erano in casa, li portò in giardino e fece una scala. Ma mentre stava salendo scivolò e si ruppe sei ossa. Allora l’Orco disse a Pochettino:
– Dimmi subito come hai fatto a salire, altrimento vengo su e ti mangio!
Pochettino finse di essere spaventato e disse:
Adesso dico sul serio. Ho fatto una scala con le tazze ed i bicchieri.
L’Orco si precipitò in casa raccolse tutte le tazze e tutti i bicchieri, fece una scala, ci salì sopra e disse: – Adesso ti mangio!
Ma una tazzina scivolò, l’Orco cadde e si ruppe quindici costole e l’osso del collo! Così l’Orco Minorco morì e Pochettino potè scendere dal tetto e mangiare i fichi del suo albero in santa pace.

Dite la vostra che ho detto la mia,
anche se questa non è vostra zia

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