Poemetto

Hedda, pseudonimo di Lucia Maggia (1883 - 1973) maestra elementare e scrittrice per l'infanzia.

Tratta da: Serenità - Letture per le Scuole Elementari - Volume per la Quinta Classe - A. Mondadori (1925)

Poemetto

Leggiamo insieme: Poemetto di Hedda (Lucia Maggia)

I
La malattia

“È il fuoco che arde? Io brucio. Ho sete, mamma!”.
E la mamma singhiozza: “O mio piccino!”.
E s’agrappa convulsa al suo lettino
ed ei ripete: “Io brucio, ov’è la fiamma?

È un sogno questo? Dio, che sono triste!”.
La notte cupa, e guizzi e lampi. A un tratto
un grido acuto: “Muoio!” e balza ratto
brancicando qua e là. Lievi, non viste,

le lagrime gli scendono sul viso.
È pianto? No. Son fresche gocce, sono
rivi fuggenti… È dolce l’abbandono.
Parla, sorride. “Sogni il Paradiso

ora, piccino? è un garrulo frusciare
d’ali e d’uccelli? Senti, bimbo, il coro
che or si perde ed or s’alza canoro?
Sussurra: “Mamma, voglio anch’io cantare…”.

 

Poemetto

 

II
La convalescenza

Un poco stanco, sì. Un poco ancora
timido e inerte come chi rivede
il sol dopo la notte oscura e crede
sia il tramonto: invece, ecco, è l’aurora!

Sboccian le viole lungo il ciglio verde
e tra le siepi folte. Su nel nido
il passerotto lancia il primo grido:
“cip, cip!”. Nell’aria il cinguettio si perde.

La sorellina porta i suoi balocchi:
le bambole, i cavalli, i pesci, l’amo
e li stende sul letto: “Ora giochiamo”
Sfavillano di gioia al bimbo gli occhi:

è gaio, ride. Una piccola fiamma
colora il viso. Sì, ma il gioco stanca:
e cerca e guarda… Che cosa gli manca?
E sussurra: “Dov’è? Voglio la mamma!”.

 

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III
La guarigione

“Son desto?”. “Sì!”. “E questo è proprio il sole
che vien dal cielo?”. “Sì, tesoro!”. “E quella
la finestra fiorita? Com’è bella
la primavera mamma”. Le viole

olezzan colle primule e i mughetti
nel bosco di castagni austeri e cupi.
Il sole in onda d’or valli e dirupi,
le rondini svolettano sui tetti.

E che bellezza scendere in giardino!
Vi scende adagio adagio ed assapora
mille profumi. Il gelsomino odora,
la terra ride, piccola un pulcino.

E più viva si fa l’antica fiamma
sulle guancette. È bella; sì, la vita.
Con la vocina ancora un po’ smarrita
sussurra lieto: “Son guarito, mamma!”.

 

Illustrazione di Antonio Rubino

 

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