Le povere cose

Lina Schwarz

povere cose

Leggiamo insieme: Le povere cose di Lina Schwarz

Quando i bambini dormono,
talvolta a mezzanotte,
le vecchie zie che vegliano
senton voci interrotte
che narrano una serie
di strazi e di miserie.

La penna rosicchiata
tutta zuppa d’inchiostro,
piange: “Son rovinata!
son diventata un mostro!
Or che mi val di vivere
se non posso più scrivere?”.

La bambola singhiozza:
“Un vel che mi nasconda!
Strappò una mano rozza
la mia parrucca bionda…”.
E il buco della testa
mostra la cartapesta.

Intorno a sé richiama
le sue pedine sparse
corrucciata la Dama,
ma quante son scomparse!
E – per pudor – non nomino
la ria sorte del Domino.

Da spietati ginocchi
la seggiola sfondata
par che straluni gli occhi,
gridando esasperata:
“È farsa od è tragedia,
conciar così una sedia?”.

Ma un libretto filosofo
dice: “Allietarvi voglio!
benché macchiato e lacero
mi resta ancora un foglio
sul qual sta scritto chiaro:
Chi mi sciupa è un somaro!”.

Così, così si lagnano
le poverette cose,
che al mondo sol speravano
servir volonterose
e dare aiuto e gioia
senza venire a noia.

 

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