Preghiera alla Vergine

Jacopone da Todi (1236 - 1306)

Poesia tratta dal volume "Annibelli" di Luigi Ugolini e Armando Nocentini - Illustrazioni di Roberto Sgrilli - Società Editrice Internazionale (Giugno 1950)

Preghiera alla Vergine

Maria Vergine bella,
scala che ascendi e guidi all’alto cielo,
da me leva quel velo,
che fa sì cieca l’alma tapinella.

Vergine sacra, del tuo Padre sposa,
di Dio sei madre e figlia:
o vaso picciolino, in cui si posa
colui, che il Ciel non piglia,
or m’aiuta e consiglia
contro i mondani ascosi e molti lacci.
Priegoti che ti spacci,
‘nanzi ch’io muoia, o Verginella bella!

Porgi soccorso, o Vergine gentile,
a quest’alma tapina,
e non guardar ch’io sia terreno e vile
e tu del Ciel Regina,
o stella mattutina,
o tramontana del mondan viaggio,
porgi il tuo santo raggio
alla mia errante e debil navicella.

Il ciel s’aperse, e in te sola discese
la grazia benedetta:
e tu dal Ciel discendi, e vien’ cortese
a chi tanto l’aspetta.
Per grazia fusti eletta
a si sublime ed eminente seggio:
dunque a me non far peggio
di quel che te fu fatto, o Verginella.

Ricevi, donna, nel tuo grembo bello
le mie lagrime amare,
tu sai che ti son prossimo e fratello
e tu nol puoi negare.
Vergine, non tardare,
che Carità non suol patir dimora:
non aspettar quell’ora
che il lupo mangi la tua pecorella.

Porgimi mano, ch’io per me non posso
levar, ché altrui mi preme:
la carne, il mondo, ognun mi grava addosso,
il lion rugge e freme;
l’ anima debil teme
sì gran nemici, e di virtù son nudo.
Vergine, fammi scudo,
ch’io vinca quel che sempre a te ribella.

Donami Fede, Speme e Caritate,
notizia di me stesso.
Fammi ch’io pianga ed abbia in Dio pietate
del peccato commesso.
Stammi ognora da presso,
ch’io più non caschi nel profondo e basso:
poi nell’estremo passo
guidami su alla superna cella,
Maria Vergine bella.

 

Illustrazione di Roberto Sgrilli

 

Annibelli

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