Il principe serpente
C’erano una volta un re, Salariano, ed un visir, Ododino, che erano amici di lunga data. Entrambe le loro mogli aspettavano un bambino e decisero che se fossero nati un bambino e una bambina, una volta cresciuti, li avrebbero fidanzati e fatti sposare.
Quando nacquero, la moglie del re, Palabina, partorì un serpente che venne chiamato Olorico, mentre la moglie del visir ebbe una bellissima bambina, bionda con gli occhi verdi, verdi come lo smeraldo più prezioso, per questo la chiamarono Smeralda. Smeralda e il serpente crebbero insieme, malgrado tutto: la bambina era contenta del suo amico. Smeralda era una bambina serena e molto amabile e buona, il serpente Olorico per lei non era un animale ripugnante.
Un giorno, quando erano ormai grandi, i due stavano giocando insieme quando di colpo la pelle del serpente cadde e venne fuori un bellissimo giovane. Era un ragazzo stupendo con gli occhi color del mare e la pelle chiarissima. Smeralda rimase stupita e restò a guadarlo senza riuscire a parlare. Purtroppo, però, il ragazzo, poco dopo riprese le sembianze del serpente. Il re Salariano aveva assistito a tutto nascosto dietro ad un grande albero senza essere visto e chiese alla giovane di fare in modo che il figlio non diventasse più un serpente.
Quando il principe Olorico improvvisamente riprese la forma umana, la ragazza gli bruciò la pelle di serpente. Lui, allora, spaventato e confuso, la guardò e scomparve. Disperata, la ragazza non sapeva più a chi rivolgersi. Un giorno, mentre camminava lungo un sentiero solitario, incontrò una vecchia maga, Catarina, la quale, vedendola disperata e afflitta, le disse: “Il tuo amato Olorico è lontano da qui: dovrai consumare sette paia di scarpe per trovarlo!” Smeralda allora partì attraverso strade, boschi, deserti. Nuotò anche per i mari più profondi e i fiumi più lunghi.
Finalmente, giunse il giorno in cui finì di consumare il settimo paio di scarpe. Lentamente, Smeralda arrivò vicino ad un castello cupo, incastrato su una montagna. Fuori c’era un leone vecchiotto e solitario che le chiese qualcosa da mangiare. Lei, allora, gentile e premurosa, gli diede l’ultimo pezzo di carne secca che le era rimasto. Poi, incontrò delle formiche, che le chiesero di aiutarle a ricostruire il proprio formicaio: lei, servizievole, fece come le era stato chiesto. Infine, sulla porta del castello c’era la porta che scricchiolava e lei usò l’ultimo olio che aveva per oliarla. Entrò nel castello, in cui viveva un genio malefico di nome Colonio che, invidioso della straordinaria bellezza del giovane principe Olorico, lo aveva imprigionato e incatenato.
Finalmente, Smeralda lo trovò incatenato, affamato e infreddolito e immediatamente lo liberò. Ma il genio Colonio cominciò a inseguirli. Rabbiosamente, urlò alla porta: “Chiuditi e non lasciarli uscire!”. Ma la porta gli rispose: “Lei mi ha unto ed ha avuto cura di me, non posso non lasciarla uscire!”. Allora disse alle formiche: “Pungeteli e fermateli!”. Ma le formiche risposero: “Non possiamo: lei ci ha aiutato! Noi le siamo riconoscenti!”. Per finire, il genio Colonio urlò al leone: “Sbranali! Devono morire tutti e due!” “No, non posso, lei mi ha dato da mangiare! Non posso tradirla!”. Il genio Colonio non poteva allontanarsi troppo dal castello e si disintegrò nell’aria in una nuvola di fumo nero e cupo.
Fu proprio grazie alla generosità di Smeralda, che la ragazza riuscì a liberare il principe. I due poterono così tornare al loro paese dove si sposarono e vissero felici e contenti.