Rina e il cinese

Ecco la filastrocca di Beppe (6 dicembre 2002).

Manda Rina mandarini
ed arance ai galeotti.
Le fan pena i poverini
chiusi lì dentr’ai gabbiotti.

Lette ha Rina letterine
di quei rei, commossi e grati,
molte, e tutte assai carine,
per quei frutti ch’ha mandati.

Una sol l’ha un po’ turbata,
d’un cinese ergastolano
contenente una garbata
lamentela in italiano

un po’ incerto e zoppicante.
Scrive il pravo. “Un bell’inchino
a te Lina, e scuse tante.
Son cinese mandalino

e tu, buona e genelosa,
me peldonami meschino
pel la plosa velgognosa,
pelò plègoti un pochino

manda più me da mangiale
pel piacele il mandalino
chè mi sento cannibàle.
Nuove scuse e un altlo inchino.”

Da allor Rina mandò lino
al cinese, da lenzuola
o per fare un vestitino
al figliol suo per la scuola.

E il recluso mandolini
disegnati coi gessetti
manda a Rina e, in bigliettini,
“Glazie ed umili lispetti.”

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