Sabato – La strega in tram
Sofia Gallo
Nerina, strega poverina, aveva una matrigna cattiva e due sorellastre brutte e superbe. Proprio come Cenerentola. Matrigna e sorellastre si facevano servire come principesse.
Nerina borbottava: “Io lavoro tutto il giorno e nemmeno grazie mi dicono”.
Ma la cosa più triste per Nerina era dover usare la sua amata scopa come ramazza.
A furia di spazzare la scopa cadde a pezzi e un bel giorno, quando Nerina uscì a far la spesa, non fu più in grado di muoversi.
Nerina allora dovette prendere il tram per andare al mercato.
Non era mai salita su un tram e non riusciva a stare in equilibrio. Cadde addosso ad un elegante signore che si arrabbiò.
“Che modi! Cerca di stare in piedi come fanno tutti!”, le gridò.
Nerina si appese a una maniglia, ma continuava a sbatacchiare a destra e a sinistra.
In quel momento salì il controllore e Nerina non aveva il biglietto. Nemmeno sapeva cosa fosse il biglietto e il controllore la fece scendere alla prima fermata.
“Il mercato non è lontano – pensò – andrò a piedi”.
E si avviò.
Ma Nerina non era abituata a camminare in città. Attraversò col rosso e un vigile le diede una multa.
Nerina allora decise di prendere di nuovo il tram.
Questa volta fece il biglietto, andò alla fermata e aspettò.
Quando arrivò il tram, salì, si sedette e non cadde addosso a nessuno.
“Sto migliorando”, pensò fiera di sé.
Arrivata al mercato scese, riempì le borse di frutta e verdura e si avviò di nuovo alla fermata del tram. Ma all’angolo della strada vide un negozio di scope di saggina.
“Che meraviglia!”, disse Nerina. Posò le borse e scelse la scopa più bella.
“Finalmente ho una nuova scopa”, disse contenta.
Quando arrivò il tram, salì con le sue borse e la scopa nuova.
Sul tram ebbe un’ idea.
“Una scopa così bella – pensò – non è adatta a spazzare tutto il giorno. Le insegnerò a volare e me ne andrò con lei”.
Così Nerina insegnò a volare alla sua nuova scopa e non tornò più a casa.
La matrigna e le sorellastre rimasero senza ramazza e nessuno più le aiutò a spazzare.
Nerina cavalcò felice e contenta la sua scopa in giro per la città, ma non volle che si stancasse troppo. Aveva paura che si rovinasse come la sua vecchia scopa.
Così ogni tanto andava in tram con la scopa sottobraccio.