San Martino

Giosuè Carducci

Se vi piace questa poesia, dovete ringraziare Arianna (15 novembre 2009). Poesia tratta dal volume "Annibelli" di Luigi Ugolini e Armando Nocentini - Illustrazioni di Roberto Sgrilli - Società Editrice Internazionale (Giugno 1950)

San MartinoLeggiamo insieme: San Martino di Giosuè Carducci

La nebbia agl’irti (1) colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale (2)
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

 

(1) Irti di piante sfogliate dal vento
(2) Vento di Nord-Ovest

 

San Martino

Parafrasi di San Martino di Giosuè Carducci

La nebbia sale verso i colli carichi di alberi spogli
lasciando una lieve pioggia,
E sotto il vento Maestrale
il mare è in tempesta, pieno di onde e di schiuma.

Ma per le vie del paese in festa
Si diffonde l’odore apro di vino
Che si produce dalla fermentazione del mosto nei tini,
E che rallegra gli animi di tutti i paesani.

Sulla brace accesa e scoppiettante
gira lo spiedo
E il cacciatore fischiettando
sta fermo sulla soglia di casa a guardare

tra le nuvole rosse al tramonto,
uno stormo di uccelli neri che,
come pensieri vagabondi,
si allontanano verso la sera.

 

San Martino

Note su: San Martino di Giosuè Carducci

San Martino, nota anche come La nebbia agl’irti colli, è una delle più famose poesie di Giosuè Carducci (come anche Pianto Antico), e fu scritta nel 1883.

Addirittura conosciamo la data e l’ora di pubblicazione perché è stata appuntata dal poeta stesso a margine del manoscritto originale ritrovato: 8 dicembre 1883 alle 15!

È contenuta nella raccolta Rime Nuove.

San Martino descrive il paesaggio della maremma tanto amato dal poeta. Il testo però non descrive solo luoghi, ma sensazioni derivanti da ciò che i sensi percepiscono dal paesaggio, emozioni per ciò che si vede, si sente, si odora.

E grazie al suo testo il poeta riesce a risvegliare in noi le stesse sensazioni. Descrivendo colori, profumi, rumori il Carducci ci fa provare le stesse emozioni del cacciare che sta fischiettando davanti all’uscio di casa.

Il testo inizia con una nota malinconica (nebbia, pioggia, mare agitato), ma già nella seconda quartina il tono cambia quando entriamo tra le vie del paese in festa (rallegrato dal profumo del vino e dello spiedo sul fuoco).

Aleggia però su tutto uno stormo di uccelli neri che sono il simbolo della condizione effimera della vita.

San Martino

 

Annibelli

 

Poesie di Giosuè Carducci
Per altre Poesie di Giosuè Carducci, clicca qui!

 

Poesie studiate a Scuola
Per le più famose Poesie studiate a Scuola, cliccate qui!

Estate di San Martino
Per le migliori poesie, rime e filastrocche su Estate di San Martino e San Martino stesso, cliccate qui!

 

Filastrocche sull'Autunno
Se cerchi le più belle Filastrocche sull’Autunno, clicca qui!

Poesie sull'Autunno
Se cerchi le più belle Poesie sull’Autunno, clicca qui!

 

Filastrocche sull'Inverno
Se cerchi le più belle Filastrocche sull’Inverno, clicca qui!

Filastrocche di Primavera
Se cerchi le più belle Filastrocche di Primavera, clicca qui!

Filastrocche dell'Estate
Se cerchi le più belle Filastrocche dell’Estate, clicca qui!

Filastrocche sulle Stagioni
Se cerchi le migliori Filastrocche sulle Stagioni, clicca qui!

 

Speciale Scuola
Visita lo speciale Scuola!

4 commenti su “San Martino”

  1. gianni giolo says:

    Il profondo significato dell’esistenza è racchiuso in questa poesia che si articola fra tre verbi che segnano le tappe della vita umana: “Va”,, “sta”. “gira”. L’andare dell’odore asprigno dei vini, lo stare del cacciatore che fischia allegro sull’uscio di casa, il girare dello spiedo che sollecita il vibrare della vita nelle sue note essenziali. In questi tre verbi si svolge il corso della brevità della vita che viene suggerito dal volo degli uccelli neri (simbolo di morte) nel vespero del giorno che tramonta. Una poesia che nell’alzarsi delle nebbie sui colli sente la presenza della natura che avvolge e preme sulla vita umana e nel giro dello spiedo rivela le consolazioni primarie offerte dal bruciare delle carni e dal vigore sano del vino che rallegra. Dal rosso del vino al nero degli uccelli che se ne vanno nell’oscurità della sera si racchiude la visione sconsolata del poeta che vede nel cerchio fisico della vita la sintesi della sua visione del mondo

  2. Alessio sabatelli says:

    Bellissima poesia

  3. ESTER says:

    Questa poesia, la poesia!
    Dopo tanti anni la ricordo con un po’ di nostalgia degli anni della mia gioventù, quando nn ho assaporato a pieno quei momenti passati, i compagni di scuola che ora posso solo riabbracciare nelle poche rimpatriate che qualcuno di noi organizza..la mia poesia che stentavo a memorizzare ed ora ricordo bene..San Martino ” amata gioventù!

  4. Cagliari2964 says:

    La poesia di qualcosa che non c’è più e che forse non c’è nemmeno mai stato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?