Sera sul terrazzo
Angiolo Silvio Novaro
Tratta da: Il Cestello - Poesie per i Piccoli - A. Mondadori (Milano, 1928)
Leggiamo insieme: Sera sul terrazzo di Angiolo Silvio Novaro
Il tramonto con l’ultimo sprazzo
avvolgeva il solingo terrazzo.
Già soffusa di rosa e lilla
vaporava la sera tranquilla;
e un’acuta stellina trapunse
il sereno, e un incanto gli aggiunse.
“Ci sorride l’acuta stellina”
dissi a lei che su l’ombra era china.
Gli occhi alzò verso il vivido incanto:
eran pregni, eran lustri di pianto.
“Mamma” dissi “tu piangi, che hai?”
Mi rispose: “Figliolo, non sai!
Un’angoscia è nell’aria, e mi sfiora:
non intendi, sei piccolo, ancora…
“Dillo a me quest’angoscia cos’è,
dillo a me, dillo a me, dillo a me!”.
Ella spersa, ella supplice: “Taci!”
Balbettava, e copriami di baci.
Ed io tacqui. Ma lividi a’ vetri
vidi, a notte, apparire gli spetri;
Poi udivo raspare alla porta,
e soffiare: “La mamma ti è morta!
Scuro ai piedi le ondeggia il cipresso:
è sotterra, e non ti ode più, adesso!”.
Io pensavo atterrito: “Son solo,
solo al mondo, e con chi mi consolo?”.
Ma sognavo! E svegliandomi una schietta
dal sol d’oro spedita saetta.
“Mamma!” dissi, e la mamma rispose,
venne a me con un fascio di rose.
Ridiscesi con lei sul terrazzo:
mio bel sole! Di gioia ero pazzo.
Illustrazione di Domenico Buratti
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