Sita, Rama e Ravanna
Questa è la fiaba di Alix (5 novembre 2009).
Tanto tempo fa, una bellissima principessa viveva in un paese meraviglioso il cui nome era India.
Era sposata con l’affascinante principe Rama, che era stato mandato in esilio nella Foresta Incantata dalla sua gelosissima matrigna, la regina Kaikè.
Un giorno, la principessa Sita vide un daino ferito nella foresta, e pregò Rama di andare a soccorrerlo.
Rama tracciò un cerchio nella sabbia e disse alla moglie: “Questo è il Cerchio Magico: finché resterai al suo interno, non correrai alcun pericolo”.
Ma quella notte, la principessa Sita udì un urlo terribile nella foresta e credendo che il suo adorato Rama fosse in pericolo, uscì di corsa dal cerchio per andare ad aiutarlo, ma ebbe un bel chiamare, cercare, correre: niente.
Poco dopo, s’imbattè in un anziano mendicante che la pregò di darle qualche soldo, ma essa non aveva denaro da dargli. Tuttavia data la sua bontà d’animo gli offrì tutto ciò che possedeva: il suo gioiello. Appena ebbe in mano il braccialetto il mendicante si trasformò nel mitologico mostro dalle dieci teste Ravanna, afferrò la principessa e la portò nel suo immenso palazzo irto di spine, dove intendeva prenderla in sposa, ma ovviamente le cose non andarono secondo le sue aspettative; così, nella speranza che cambiasse idea, la chiuse nella torre più alta del castello, senza darle da mangiare né da bere, ed ogni sera ripetè la sua richiesta, senza successo.
E fu così che la principessa rimase a digiuno nel palazzo spinoso per molte settimane; guardava fuori dalla finestra, pensava al suo principe e a quanto lo amava. In tutto quel tempo, Rama non aveva mai cessato di cercare la sua amata, e stava per perdere le speranze quando ad un tratto s’imbattè nel daino che avevo soccorso tempo prima. Come per magia, l’animale si mise a parlare: ”Cercando incessantemente la tua principessa, hai dimostrato di avere un cuore puro, e sarai ricompensato”. Il daino donò a Rama un arco e delle frecce magiche, una delle quali era dorata, e poteva indicare la strada per ritrovare le persone perdute. Ora qualsiasi bambino penserà di indovinare l’epilogo del racconto ma invece il perfido Ravanna, che seguiva le mosse del principe con il suo occhio magico a più di mille chilometri e chilometri di distanza, non aveva ancora finito di seminare disgrazie:questa volta prese il suo arco maledetto, che poteva lanciare non una, bensì dieci frecce, ognuna delle quali era avvelenata, e le frecce partirono contemporaneamente, dirette verso Rama si conficcarono nel suolo, rilasciando il loro veleno con grandi nuvole di un denso fumo giallo.
A poco a poco, il fumo provocato dalle frecce di Ravanna cominciò a diradarsi; Rama giaceva a terra, morto. Ma ad un tratto accadde una cosa meravigliosa: una gazzella si sdraiò accanto a Rama, cedendogli la sua stessa vita.
Non appena sentì la vita rifluire in sé, Rama sì diresse verso il palazzo di spine, ignaro del fatto che il mostro lo stesse aspettando nascosto dietro una roccia…era chiaro aveva in mente un’altra mossa scorretta, infatti mentre Rama era intento ad arrampicarsi sulla torre del palazzo irto di spine per portare in salvo Sita, ad un tratto apparve Ravanna! Rama temette di essere spacciato, ma fortunatamente si ricordò dell’arco e delle frecce magiche donatogli dal daino, tirò un colpo netto e preciso… e Ravanna esplose in aria dissolvendosi in una dorata polvere accecante! Tutte le porte del palazzo di spine si aprirono, e Sita corse fuori dal suo amato principe, ed essi si abbracciarono e giurarono che non si sarebbero mai più lasciati.