Sogni
Arpalice Cuman Pertile
Tratta da: Il Giorno dei Piccoli - Paravia - 1944
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Siamo i sogni, follettini
piccolini,
e veniamo piano piano
di lontano,
con la magica verghetta
piccoletta,
che dal sonno per incanto
fa sbocciare le illusioni
della gioia e del rimpianto,
le volubili visioni
di montagne e di marine,
di barchette e bastimenti,
di gran voli senza fine
per il cielo o fra i tormenti:
noi portiamo i sogni d’or
a chi buono e dolce ha il cor.
Siamo vaghi follettini,
piccolini,
e leggeri
qual pensieri,
e sottili
come fili.
Quasi raggi, per fessure
zitti zitti penetriamo
nelle stanze chete, oscure;
le visioni suscitiamo
nella vostra fantasia…
Come questo nasca e sia
non sappiamo noi davvero…
È un mistero!
Donde viene il sogno? Mah!?
Chi lo sa?
Dove vola il sogno? Mah!?
Chi lo sa?
Vi rechiam persone amate,
lungamente sospirate.
Vengon tutte di lontano
piano piano, piano piano…
Voi le braccia a lor tendete
con l’amore, col sorriso,
e sul core le volete
per baciarle forte in viso.
Ah, ah, ah!
Ah, ah, ah!
Con le braccia vuote al petto
(Quale amara delusione!)
non stringete che l’affetto,
e svanisce la visione
come nebbia al chiaro sole,
come un’eco di parole.
Pur vi resta la dolcezza
d’uno sguardo, d’un addio,
e nel cor la tenerezza
d’un ricordo mesto e pio.
Ed intanto noi voliamo;
lievi lievi ce ne andiamo
piano piano, piano piano,
come un soffio ed un pensiero,
verso il mondo sì lontano
del mistero, del mistero…
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