Spudorato Epinicio

Bruno Tognolini

Spudorato Epinicio

Leggiamo insieme: Spudorato Epinicio di Bruno Tognolini

Hai visto Gigante che non hai ragione?
Tu parli come una televisione,
io te lo dico con parole mie:
non ti è servito dire bugie.

Volume altissimo, gambine corte:
non ti è servito gridarle più forte.
Io te lo dico con un sussurro,
foglia caduta da un Albero Azzurro:
ma quella foglia può andare lontano
più del ruggito di un aereoplano.

Io te lo dico con una rima
che lascia tutto com’era prima:
ma dopo la prima c’è la seconda,
rima su rima, onda su onda,
una canzone che balla e si muove,
parte da qui e va chissà dove.

Va chi sa dove ma parte da qui,
da una vocina che dice così:
Non serve a niente abbracciare un bambino
ben pettinato in un grande giardino,
se poi sugli altri dieci milioni
cacciano giù le tue televisioni
chili di chili di chili di cacca,
roba che puzza, roba che attacca.

Che io la guardo però non la voglio.
Non parla con me ma col mio portafoglio.
Non vuole dire, non vuole narrare:
vuole convincermi a uscire e comprare.

Ma io so fare tremila altre cose!
Cose bellissime e cose noiose,
giorni con sole, notti con luna:
spendere soldi è soltanto una!

E non è neanche la più importante.
Perché delle altre non vedi nessuna?
Perché mi offendi, Ricco Gigante?
Ma stamattina non sono più offeso,
c’è una rivincita che mi son preso.

Caro Gigante Per Niente Gentile,
devi sapere che il ventuno aprile
mamma e papà si son preparati,
e sono usciti ben pettinati,
e sono entrati nella mia scuola,
e senza dire una sola parola
in una strana cabina speciale,
clic!
Hanno cambiato canale.

 

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