Starnutino, Maggiordomo e la televisione magica
Di Elsa Fanuli Ribechini
Finalista alla 10° edizione del Concorso Nazionale di Letteratura per Ragazzi “C’era una volta...”, Monterchi (AR) 2001. Pubblicata nella raccolta antologica del premio “C’era una volta...” Volume 10 – Editore Alberti & C.
C’era una volta, ai margini di un minuscolo paesino, in una valle di ulivi, una piccola casetta molto povera ma linda e pulita. Apparteneva ad un modesto artigiano che vi viveva con la sua famiglia.
Avevano non pochi problemi da risolvere dato che erano davvero poveri. In particolare, il più piccolo dei suoi bambini soffriva di una brutta forma di allergia alla polvere e cresceva piccolo e gracile. Spesso stava male e doveva starsene in casa e guardare dalla finestra i suoi fratellini e gli altri bambini che giocavano nella piazzetta ai bordi dei campi. Certo aveva un nome come tutti i suoi fratelli. Ma dato che la sua allergia lo faceva starnutire di continuo, tutti lo chiamavano Starnutino ed ormai nessuno, nemmeno i suoi genitori, ricordava più il suo vero nome.
Starnutino cominciava qualsiasi discorso con un sonoro starnuto e ormai si era talmente abituato a starnutire che starnutiva anche con il pensiero.
Proprio perchè Starnutino era così piccolo e indifeso, i suoi genitori, sacrificando il poco spazio del soggiorno, avevano ricavato nella misera casetta una stanzetta minuscola dove il bambino potesse starsene tranquillo al riparo dagli schiamazzi dei suoi fratellini e soprattutto dalla polvere che circolava per casa e che il padre si portava appresso dalla sua bottega.
Starnutino era molto triste e si sentiva solo. L’unico suo compagno di giochi era una gazza ladra con cui era riuscito a fare amicizia. A volte metteva da parte qualche granaglia e pezzettini di biscotti per il suo amico che aveva una livrea nera e lucente che al ragazzo ricordava l’abito elegante e sobrio di un maggiordomo. Per questo aveva chiamato la gazza Maggiordomo.
Maggiordomo veniva a trovare Starnutino tutti i giorni. Il ragazzo non sapeva da dove arrivasse nè dove avesse il nido. Si presentava sul davanzale della piccola finestra, bussava con il becco e Starnutino la faceva entrare. Maggiordomo si appoggiava alla spalliera dell’unica sedia della stanza, si stiracchiava le ali e poi guardava Starnutino con il capo inclinato da una parte, come se lo ascoltasse davvero. In poco tempo Maggiordomo era diventata la migliore amica di Starnutino. Era discreta, non lo prendeva in giro e con lei si poteva sfogare. Aveva la netta impressione che lo capisse e lo consolasse con quel capino inclinato da una parte.
Il padre di Starnutino, intenerito da quella amicizia del suo povero figlioletto malato con il pennuto, aveva voluto costruirgli un piccolo trespolo di legno per farlo stare più comodo. Così Maggiordomo , durante le sue visite aveva preso l’abitudine di spostarsi dalla sedia al trespolo e viceversa aprendo le ali. E Starnutino aveva davvero l’impressione che la sua amica pensasse sul da farsi quando le chiedeva qualche consiglio.
I pomeriggi di Starnutino e Maggiordomo si animarono presto per una grossa novità.
Un bel giorno, nella camera di Starnutino venne sistemato un vecchio televisore con una grossa manopola. Era davvero vecchio e un poco malconcio. Lo aveva regalato alla sua mamma la perpetua della parrocchia, una donna caritatevole che aveva saputo di quel povero figliolo allergico che non usciva quasi mai di casa. Certo non era un gran regalo. Era rimasto lì in parrocchia da una pesca di beneficenza, nessuno aveva voluto ritirarlo. Ma quel bambino avrebbe potuto averlo nella sua cameretta e trafficando con l’antenna e la grossa manopola avrebbe potuto almeno vedere la TV dei ragazzi.
Starnutino all’inizio non aveva dimostrato molto interesse per quella televisione.
‘Eeetcciù! Questo non prende nemmeno il primo canale!’
aveva borbottato subito dopo aver coperto la perpetua di ringraziamenti come gli aveva insegnato la mamma.
Poi però aveva cominciato ad affezionarsi. Tanto per cominciare Maggiordomo aveva subito mostrato di apprezzare la novità.
Gli era subito volata vicino e con la zampetta cercava di ruotare la grossa manopola.
‘Eeetcciù! Vorrà dirmi che devo cercarmi qualche canale con la manopola’ pensò Starnutino.
Poi si mise a spiegare a Maggiordomo che prima la televisione doveva essere accesa e in un paio di pomeriggi riuscì ad insegnarle a premere il tasto di accensione con il becco.
Certo non si poteva dire che fosse un gioiello della tecnologia. Le immagini erano malferme e ogni tanto si perdevano in una pioggia di righe orizzontali e bisognava ricorrere al vecchio sistema del pugno sul fianco per riuscire a vedere qualcosa.
Ma Maggiordomo, ogni pomeriggio, entrava, accendeva con il becco la televisione e tornava a raspare con la zampetta la grossa manopola.
Starnutino allora decise di assecondare il suo amico e cominciò a far ruotare la vecchia manopola. All’inizio non accadde nulla. Sul video c’era il solito desolante formicolio.
Ma poi piano piano, l’immagine divenne più chiara e il bambino vide una bellissima storia di mulini a vento e tulipani e imparò tante cose su un paese lontano che si chiamava Olanda. Maggiordomo era lì al suo fianco. Quando la storia finì, apri le ali e volo via tra gli ulivi.
Il giorno seguente, Maggiordomo ritornò, accese la vecchia televisione e Starnutino fece un viaggio televisivo a Singapore.
E così avvenne il giorno seguente, e quello dopo e quello dopo ancora.
Maggiordomo arrivava, accendeva la televisione con il becco e i due amici facevano un viaggio in qualche paese lontano, scoprendo popoli, usanze e luoghi bellissimi.
L’aspetto sorprendente della faccenda era dato dal fatto che a qualunque ora Maggiordomo accendesse la vecchia televisione, la storia di popoli e paesi lontani era sempre ai titoli d’inizio e i due amici se la potevano godere da cima a fondo.
Inoltre quando Starnutino accendeva la televisione da solo e ruotava la grossa manopola, non riusciva a vedere nient’altro che i soliti programmi disturbati da quel fastidioso formicolio.
Pareva quasi che per qualche strano gioco della sorte quella vecchia televisione riuscisse a captare, senza pagare un soldo, i programmi di qualche canale tematico su popoli e paesi che rimbalzava fin lì da chissà quale remoto e distratto satellite. Insomma una piccola magia e una televisione magica di cui Starnutino e Maggiordomo non sembravano rendersi conto. O forse Maggiordomo lo sapeva?
Nello spazio di qualche settimana, Starnutino cominciò ad essere un vero esperto di popoli e usanze di tutti gli angoli della terra.
Ormai sapeva come e cosa si mangia tra i beduini del deserto del Sahara e come ci si sposa in Malesia. Cosa venerano gli Indios dell’Amazzonia e come si salutano gli Esquimesi del Canada. Insomma era diventato espertissimo e ogni sera, quando era a tavola con i suoi genitori e i suoi fratelli non perdeva occasione di raccontare qualcosa di curioso di questa o quella tribù.
“Sapete – eetcciù- gli Indiani non mangiano mai la carne di mucca e i Musulmani non possono mangiare carne di maiale – eetcciù – é vietato dalla loro religione”.
“Eetcciù , sentite questa: in giapponesi hanno tavolini molto bassi e mangiano stando in ginocchio, non é buffo? Eetcciù!”.
Una sera, uno dei suoi fratelli più grandi al quale in quel momento interessava solo la minestra che c’era nella sua scodella, sbottò:
“Senti Starnutino, invece di raccontarci tutte queste storie ogni sera perchè non vai al Quiz della Domenica e rispondi alle domande del Grande Presentatore? Così magari diventi ricco e ci lasci in pace, ah, ah, ah!”
E tutti cominciarono a ridere mentre il povero Starnutino era diventato rosso rosso di rabbia ed era corso nella sua cameretta starnutendo.
Nei giorni seguenti però l’idea del Quiz della Domenica gli era rimasta nella testa. Ne aveva parlato a Maggiordomo e insieme avevano deciso di tentare.
Di nascosto Starnutino aveva scritto la sua domanda di partecipazione, spiegando che era un piccolo bambino allergico e che voleva presentarsi a rispondere su popoli e paesi. Chiuse bene la busta e la affidò a Maggiordomo perchè la portasse alla buca delle lettere.
Maggiordomo afferrò la busta con il becco e fece la sua parte. Invece di portarla nella buca delle lettere, volò lontano lontano, fino all’ufficio del Quiz della Domenica e lasciò la busta sul tavolo del Grande Presentatore.
Non vi dico quale fu la sorpresa di quest’ultimo quando si vide recapitare una lettera da una gazza ladra.
La aprì subito e quando lesse la domanda di partecipazione di Starnutino lo convocò subito per la sua trasmissione. Un bambino così piccolo, malato e amico di una gazza avrebbe sicuramente fatto salire l’audience del Quiz della Domenica alle stelle.
Fu così che Starnutino arrivò in televisione al Quiz della Domenica. Era tutto compunto e un po’ buffo perchè aveva un vestito più grande di due taglie. Era il vestito migliore che aveva trovato in famiglia e apparteneva ad un suo fratello più grande.
Spiegò per correttezza che per la sua allergia starnutiva all’inizio di ogni frase. Questo fatto era importante perchè nel Quiz della Domenica conta la prima risposta alle domande e Starnutino non voleva rischiare di avere problemi con il notaio per un eetcciù di troppo.
Chiarito il problema degli starnuti, Starnutino cominciò a rispondere alle domande del Grande Presentatore. Non ne sbagliava una e tutti facevano il tifo per lui.
Maggiordomo, dal canto suo, ogni domenica entrava dalla finestra nella minuscola stanzetta di Starnutino, accendeva con il becco la vecchia televisione, si sistemava sul trespolo e seguiva attenta lo spettacolo. Al termine, spegneva con il becco la televisione e volava via da dove era venuta.
Starnutino vinse tutte le puntate e alla fine lo mandarono a casa perchè aveva raggiunto il tetto massimo di puntate che potevano essere vinte da un concorrente.
Tornò al suo paese e venne accolto come un eroe. Tutti facevano festa e tutti i bambini, soprattutto i suoi fratelli, quando Starnutino starnutiva si sforzavano di starnutire con lui per non farlo sentire a disagio.
Con i soldi guadagnati dal figlioletto, l’artigiano fece costruire una casa grandissima con tante stanze, il giardino e la piscina. Fece anche costruire accanto una bottega grande e moderna dove poter lavorare.
A Starnutino spettò la stanza più bella e confortevole e gli venne regalato un grosso televiore moderno che aveva persino la console per i giochi elettronici.
Ma il bambino insistè perchè nella sua nuova camera venissero collocati la vecchia televisione magica e il trespolo di legno. Inoltre volle che la grande finestra avesse uno sportellino da cui Maggiordomo potesse entrare ogni volta che lo desiderava.
Perchè i vecchi amici non si dimenticano mai.