Storia di Natale

Questa fiaba la mandano i bambini della Classe IV sez B della scuola U. Sacco di Alba (CN) (10 dicembre 2001).

Era una buia notte di Natale ed una nonna se ne stava accanto al fuoco, con un grande libro
illustrato, a raccontare ai suoi quattro nipoti una storia antica, ma vera.
Nel frattempo, la neve cadeva fitta, coprendo i tetti delle case.
La gente se ne stava chiusa nelle proprie abitazioni, al caldo vicino alla stufa, festeggiando gioiosamente la Notte di Natale con deliziosi dolcetti e regali.
Solamente due persone sconosciute e un asinello camminavano per le strade fredde e silenziose del piccolo borgo.
Erano una giovane donna e un anziano signore dalla lunga barba.
La donna camminava lentamente e vestiva abiti leggeri, inadatti a quella notte gelida, si era quindi coperta con un vecchio mantello un po’ logoro, mentre l’uomo indossava un lungo cappotto malandato; condivideva il loro cammino un vecchio asinello un po’ spelacchiato.
I due poveretti bussarono alla porta di una casa.
Una vecchia signora elegante aprì l’uscio, e vedendoli così malconci, urlò: ” Andate via, vagabondi! Vi sembra questo il momento di disturbare la quiete della gente per bene?
Essi proseguirono il loro cammino, fino ad arrivare ad un altro edificio; bussarono ed un signore aprì loro la porta.
” Che cosa volete?” disse l’uomo bruscamente.
” Le vorremmo chiedere, se gentilmente, ci potesse offrire un posto per trascorrere la notte al caldo. Mia moglie è molto stanca, siamo affamati e qui fuori si gela.
” Non ho posto per voi e se sto qua fuori ancora un po’, con la porta aperta, mi esce tutto il calore della stufa!
Poi diede un colpo all’uscio e lo fece sbattere violentemente.
Bussarono a tante altre porte, ma il risultato era sempre lo stesso, la gente rifiutava di ospitarli.
Erano troppo occupati a pensare al Natale oppure a loro stessi e ai loro regali.
Camminando faticosamente si avviarono fuori del paese; il silenzio era interrotto solo dal suono ritmico degli zoccoli dell’asinello.
I loro abiti erano sempre più fradici e i loro piedi erano doloranti per il gran freddo; fu a quel punto che videro una casetta isolata, proprio ai margini dell’abitato.
La luce fioca che proveniva da laggiù li guidò. Giunti vicino alla casa, guardarono attraverso i vetri appannati. Videro una nonna che raccontava, a quattro attenti bambini, una storia scritta su un grande libro; l’uomo e la donna si guardarono e sorrisero.
La nonna in quell’istante lesse: ” … Perché non c’era posto per loro nell’albergo.
” Avevano bussato a molte porte?” domandò Giacomo, il più grande dei suoi nipoti.
In quell’istante si udì un lieve ticchettio provenire dalla finestra.
” Cos’è questo rumore?” chiese Sara.
Davide, Giacomo e Laura smisero di ascoltare la storia e si guardarono attorno. Poi videro due figure confuse dietro i vetri ed allora corsero verso la finestra, ansiosi di scoprire chi era venuto a trovarli.
” Nonna Clementina! Vieni a vedere. Ci sono Maria, Giuseppe e l’asinello fuori in cortile!” esclamò concitato Davide.
La nonna si alzò lentamente dicendo: ” Ma Davide! Sono vissuti duemila anni fa. Hai un’immaginazione troppo fervida.
L’anziana signora guardò anche lei dalla finestra e vide quei due poveretti infreddoliti e li fece subito entrare.
” Laura! Porta altre due sedie vicino al fuoco!
” Accomodatevi, vi diamo subito qualcosa di caldo da bere. Altrimenti vi prenderete un malanno!” disse nonna Clementina.
” Volete darci i vostri cappotti inzuppati? Li metteremo ad asciugare. ” propose Sara.
La giovane donna si tolse il mantello e tutti videro un grande e tondo pancione…Aspettava un figlio!
” Ma tu, sei Maria!” urlò convinto Davide.
Ella sorrise teneramente.
” No… non sono Maria. Mi chiamo Cristina.
Laura domandò: ” E… lui come si chiama?
” Giuseppe! Si chiama Giuseppe! Guardate come assomiglia al disegno che c’è sul nostro libro. ” strillò insistentemente Davide.
” Mi spiace deluderti, ma il mio nome è Giovanni. ” disse l’uomo.
I quattro cuginetti, delusi, si guardarono con aria dubbiosa, poi osservarono ancora una volta l’illustrazione sul libro e notarono che la somiglianza era incredibile.
” Basta bambini! Smettetela con tutte queste domande. Ve lo avevo detto che non potevano essere loro. State buoni e non disturbate i signori con domande sciocche e impertinenti.
” Non si preoccupi, signora. I bambini non disturbano e le loro domande sono innocenti. ” sussurrò gentilmente Cristina.
Giacomo a quel punto domandò: ” Sarete molto stanchi? Volete un posto per riposarvi?
” Bravo Giacomo! Questa è una domanda seria e giudiziosa. ” disse la nonna al nipote.
Poi si rivolse agli ospiti: ” Mi dispiace, non ho più posto qui in casa, ma se non vi offendete, posso offrirvi la stalla. Non sarà molto accogliente, ma è calda e pulita. Là troverete un vecchio e mansueto bue, che non vi disturberà.
” Grazie! Sarà sicuramente un luogo perfetto per noi e per il nostro asinello. Lei è una persona generosa e gentile. ” rispose Giovanni.
La nonna prese una torcia ed insieme ai suoi nipoti li accompagnò al capanno.
L’asinello si sistemò soddisfatto e compiaciuto accanto al bue; mentre Giovanni e Cristina si adagiarono sulla soffice paglia.
Cristina li guardò con aria dolce e li ringraziò per tutto quello che avevano fatto per loro.
Davide, uscendo dalla stalla, mormorò: ” Eppure sembrano proprio Maria e Giuseppe.
Laura coscienziosa lo rimproverò: ” La nonna ha detto di no!
Il loro sonno, quella notte, fu interrotto da suoni e rumori strani provenienti dalla stalla e dal cortile.
Nel cuore della notte, poi, furono svegliati all’improvviso da una luce abbagliante che filtrava attraverso le persiane.
Al mattino, i bambini si precipitarono, strepitando, in cucina, dove era già pronta per loro un’abbondante colazione.
I bambini, prima di iniziare a mangiare, pensarono di portare un po’ di cibo a Giovanni e Cristina… ma quando entrarono nella stalla videro con stupore, che era nato un bambino.
“E’ nato Gesù. ” urlò Davide.
“Lo abbiamo chiamato Matteo” corresse Cristina.
La nonna arrivò di corsa, richiamata dall’urlo del nipote ed anche lei rimase lì incantata a bocca aperta ad osservare la scena.
Giovanni a quel punto interruppe l’incanto e disse: ” Vi siamo molto grati, per quello che avete fatto per noi in questa notte molto speciale; ma purtroppo dobbiamo partire e sebbene qui ci sentiamo un po’ come a casa, dobbiamo far ritorno alla nostra vera casa, che è molto lontana.
Così, Cristina, il piccolo Matteo, Giovanni ed il loro asinello si misero in cammino, lasciando nel cuore della nonna e dei quattro bambini un’inspiegabile tristezza.
Passarono velocemente i giorni di vacanza, fra giochi e scherzi; a volte pensavano ancora a quelle persone conosciute il giorno di Natale ed il ricordo piacevole di quell’incontro li faceva sorridere. Poi, un giorno, proprio quando le vacanze stavano per finire e si avvicinava il loro ritorno in città, il postino consegnò alla nonna un grande pacco.
I bambini eccitati lo aprirono velocemente e videro con stupore che conteneva un grazioso presepe intagliato nel legno ed un bigliettino sul quale era scritto:
Un grazie sincero a quattro bambini generosi e alla loro nonna.
Un vecchio falegname
Rimasero lì a guardare quel pacco per un attimo, poi Sara disse: ” Guardate il bollo postale!
Tutti insieme lessero: ” BETLEMME.

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