Il tesoro
Giovanni Pascoli
Leggiamo insieme: Il tesoro di Giovanni Pascoli
Quanto a tesori, un’altra se ne narra.
C’era una volta un vecchio contadino
che aveva un suo campetto e la sua marra
e tre figlioli. Giunto al lumicino (1)
volle i suoi tre figlioli accanto al letto:
“Ragazzi” disse “vado al mio destino (2);
ma vi lascio un tesoro, è nel campetto…” (3).
E non potè più dir altro, o non volle.
A mente i figli tennero il suo detto.
Quando fu morto, quelli il piano e il colle
vangano, vangano, vangano, invano (4);
voltano al sole e tritano le zolle:
nulla! Ma pel raccolto, quando il grano
vinse i granai (5), lo videro, il tesoro
che aveva detto il vecchio: era in lor mano:
era la vanga dalla punta d’oro.
(1) In fin di vita
(2) Muoio
(3) Nel piccolo campo
(4) Questo verso, che esprime così bene la lunga fatica, deve essere detto molto lentamente, appoggiando la voce su quella prima a di “vàngano”.
(5) Superò lo spazio dei granai
La prima immagine è tratta dal libro: “Fraternità: corso di letture per le scuole elementari, classe terza” di Bruna Bai, Giovanni Cerri, Sarti Maria Felicori (Milano, Signorelli, 1949)
La seconda immagine è tratta dal volume “Annibelli” di Luigi Ugolini e Armando Nocentini – Illustrazioni di Roberto Sgrilli – Società Editrice Internazionale (Giugno 1950)
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