Se vuoi, tu prendimi la mano

Questa fiaba è opera di Simona Vezzuto (7 novembre 2019).

tu prendimi la mano

Il sole si divertiva a scintillare sulle acque di una fontana. Era una giornata d’autunno che faceva danzare le foglie, ma nell’aria si respirava un’insolita primavera.

E lei si fermava sempre ad ammirare la statua del parco. Mentre correva intenta a giocare, quando iniziava a inseguire il volo di qualche uccellino, sentiva sempre la voglia di fermarsi a guardare la statua di un giovane su un grande piedistallo di marmo.

Alzava la testa e guardava in alto, come desiderosa di scoprire un segreto.

Il vento passava tra i suoi capelli e improvvisamente le portò la sua voce: “Se vuoi, tu prendimi la mano” le disse, mentre le foglie tutto intorno continuavano a danzare.

“Sei troppo in alto, ci metterò un pochino, aspettami però!” e con gran lena cominciava a raccogliere tanti rami spezzati degli alberi, fino a formare una piccola catasta. Li spinse uno sull’altro, cercando di renderli uniti e compatti. Poi, con slancio, cercò di salire, facendosi coraggio e tendendo la sua piccola mano.

I rami, sotto il peso, iniziarono a separarsi e lei, nonostante tutti i suoi tentativi di aggrapparsi, cominciò a cadere.

Una mano forte la sollevò e la fece salire sul piedistallo. Lui scese, le sorrise, la pose con tenerezza sul basamento e la abbracciò. Quel piedistallo che li separava ora li rendeva tanto vicini.

Nessuno tutto intorno si accorse di nulla. Eppure quello era un posto davvero felice e in quella giornata di autunno esplodeva una gioiosa, insolita primavera.

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