Viaggio fantastico
L. Torretta
Se vi piace questa poesia, dovete ringraziare Tina che ce l'ha inviata in risposta ad un appello del marzo del 2010 (21 marzo 2021).
Leggiamo insieme: Viaggio fantastico di L. Torretta (che si ispira a B.L. Stevenson)
Vorrei correr le terre incantate
dove crescon le mele dorate
e veder sotto cieli smaglianti
sorger vaghe isolette sognanti.
Fra le piante e gli uccelli più rari
ritrovar Robinson solitare,
visitar le città dell’oriente
coi bazar dalle merci opulente
e co’ bei minareti dorati
che scintillan nel sole levati,
giunger alla muraglia che serra
tutt’intorno di Cina la terra.
E poi volgermi agli ampi deserti
d’ardentissima sabbia coperti
ove traggon a’ soffi cocenti
carovane assetate e silenti.
Coccodrilli dall’ispido dorso
van del Nilo nel torbido corso,
spia la tigre feroce il rumore
paventato del rio cacciatore.
Qua s’avanza, ecco un negro (1) selvaggio
che su schifo leggier fa suo viaggio,
e là un altro al lavoro s’affanna
a costruirsi l’angusta capanna.
Tra le sabbie dell’arse contrade
sorge qualche solinga cittade.
Dove sono i suoi bimbi? Cresciuti
se n’andar, né alcun più li ha veduti.
Non fruscìo v’è di topo o fanciullo,
non un grido, non palpito o frullo:
né mai lume s’accende la notte,
onde vengan le tenebre rotte.
Fatto grande là voglio recarmi,
per quei luoghi deserti aggirarmi.
Nelle sale dirute ed oscure
di battaglie e d’eroi le pittore
ricercar, al crepuscolo fioco
in un angolo accendere il fuoco;
e ritoglier ai bui sotterranei
i balocchi dei bimbi egiziani.
(1) negro: ai giorni nostri l’espressione “negro” è ritenuta, giustamente, offensiva. Qui si riporta però il testo orginale della poesia che essendo originaria degli anni ’50 del ‘900 utilizzava l’espressione per parlare delle persone di colore.