Vivace

Ecco la poesia di Maria Melide (25 febbraio 2003).

Piccola Vivace,
il tuo sonno è “profondo”,
il tuo capino è immobile!
Sul tuo musetto bianco
gli occhietti sono chiusi
e sembrano dipinti.
Non sento il tuo lamento,
ora non miagoli più!
Quando con le crocchette
mi vedevi arrivare,
tu mi correvi incontro
e mi giravi intorno:
più che cercare il cibo,
volevi una carezza.
Il vento soffia lieve
muovendo il tuo bel pelo
di “gattino persiano”
e sembra che respiri,
ma è solo una parvenza.
Vorrei guardarti ancora
ma gli occhi miei si appannano
perchè da troppo tempo
sei stata insieme a noi:
dal 1989, quando mio figlio piccolo,
ti ricevette in dono
e a casa ti portò felicemente.
Il tempo porta via le cose care
mentre invece i ricordi
nella memoria lascia sempre vivi,
per farci senza dubbio, anche soffrire.

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