Cosa vuol dire “piuttosto che”?

piuttosto che“Piuttosto che” è un avverbio.

Nei discorsi quotidiani in tanti lo utilizziamo spesso anche erroneamente.

Vediamo insieme come va adoperato nella costruzione della frase.

Piuttosto che commettere errori grammaticali ripassiamo!

L’avverbio “piuttosto che” serve a indicare una cosa che si preferisce rispetto a un’altra.

Amo andare al mare piuttosto che in montagna” è una frase corretta.

L’errore sta nell’utilizzare  il “piuttosto che” al posto di “e” o a un “oppure”.

Ricordalo sempre.

Un proverbio con “piuttosto che”

Meglio morire piuttosto che essere colpito dai raggi del sole di Marzo.

Quando, talor frattanto

Poesia di Yorik (Pier Coccoluto Ferrigi)

Questa filastrocca ci è stata inviata via e-mail dal papà di Riccardo.

Si tratta di un testo che vuole prendere in giro certi poeti che usano paroloni difficili nei loro componimenti.

Quando, talor frattanto,
forse sebben così,
giammai piuttosto alquanto,
come perché bensì.

Ecco repente altronde,
quasi eziandio perciò,
anzi altresì laonde
purtroppo, invan però.

Ma se perfin mediante
quantunque attesoché
ahi! sempre nonostante,
conciossiacosaché.

La rana

Sono una rana piuttosto carina
ho la bocca grande fin da piccolina
sono tutta verde
con due grandi occhioni
in mezzo allo stagno
mangio bottoni.

Le mie coscette son ricercate
ma io frego tutti con le nuotate
son molto sportiva
gestisco una palestra
a chi mi vuol mangiare
consiglio una minestra.

Le cinque dita

Filastrocca della tradizione popolare

Un giorno disse il pollice: “Che fame, ohibo, ho stamane”
e gli rispose l’indice: “E non abbiamo pane!”
Il medio disse allora: “Andiamo un po’ a rubare
e l’anulare subito: “Sarò vostro compare!”
“Rubare, oh no fratelli:
piuttosto che ladruncoli restiamo poverelli!”

Per scoprire le altre versioni di questa filastrocca, clicca qui!

Il Paese Senza Errori di Gianni Rodari

C’era una volta un uomo che andava per terra e per mare
in cerca del Paese Senza Errori.
Cammina e cammina, non faceva che camminare,
paesi ne vedeva di tutti i colori,
di lunghi, di larghi, di freddi, di caldi,
di così così:
e se trovava un errore là, ne trovava due qui.
Scoperto l’errore, ripigliava il fagotto
e ripartiva in quattro e quattr’otto.

C’erano paesi senza acqua,
paesi senza vino,
paesi senza paesi, perfino,
ma il Paese Senza Errori dove stava, dove stava?

Voi direte: Era un brav’uomo. Uno che cercava
una bella cosa. Scusate, però,
non era meglio se si fermava
in un posto qualunque,
e di tutti quegli errori
ne correggeva un po’?

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