Gatti neri e Halloween
I gatti neri sono tra i simboli più conosciuti di Halloween.
Anche perché nell’immaginario comune accanto a una strega c’è sempre un bel micione. Pensate ai film e alle favole. Ogni maga che si rispetti ha accanto al suo pentolone o a bordo della scopa volante un bel gatto nero.
Da dove trae origine questa credenza?
Già a partire dal Medioevo si riteneva che i gatti neri fossero in realtà delle streghe trasformate.
All’epoca infatti, quando ci si spostava con le carrozze o in sella ai cavalli, spesso capitava che quest’ultimi si spaventassero di fronte alla vista degli occhi chiari dei gatti neri.
Da lì si diffuse la superstizione che i gatti fossero sotto il controllo del demonio e quindi strumenti della magia nera.
Ecco perché tantissimi esemplari venivano perseguitati e perfino bruciati nei roghi o sacrificati durante riti satanici. E la notte di Halloween divenne proprio il periodo dell’anno in cui espletare la caccia alle streghe e ai gatti neri.
La Giornata del Gatto Nero
Nei secoli purtroppo questa stupida credenza è rimasta viva. E talvolta ancora oggi ci sono persone che ancora pensano che i gatti neri portino sfortuna.
Ma non è così. Ed inoltre non è così ovunque. Per esempio in Francia e in Inghilterra i gatti neri vengono considerati dei portafortuna.
In Italia, l’associazione animalista Aida&A ha indetto il Gatto nero day.
Si celebra il 17 novembre (non un giorno a caso! Anche il 17 si dice porti sfortuna) e rappresenta la giornata a difesa della dignità del gatto nero e della sua vita.
Ogni anno infatti, secondo i dati dell’associazione, a causa di questa sciocca credenza vengono soppressi 60 mila gatti neri. Una strage pazzesca, incivile e assurda che va combattuta.
Cantiamo insieme “Volevo un Gatto nero”
La canzone “Volevo un gatto nero” partecipò all’11° edizione dello Zecchino d’Oro (1969).
Le parole sono di : F. Maresca – La musica di: Framario – A. Soricillo – Cantata da Vincenza Pastorelli, per scaricare il testo e la base musicale clicca qui!
Leggiamo insieme: “Il gatto di Halloween”
di Jolanda Restano
È Halloween, perbacco!
dovrei darmi da fare:
mi basta un po’ di trucco
e posso diventare
il gatto stregato
che sale sopra i tetti,
miagola a perdifiato
e spaventa i bimbetti.
Ma forse, se ci penso,
non è quello che voglio,
non son tanto propenso,
mi scappa uno sbadiglio.
Sto bene qui al calduccio
sotto la copertina;
non me ne faccio un cruccio
e mi sveglio domattina.
Tutto sarà passato,
le paure saran ricordi;
non mi sono mascherato,
ma almeno mi alzo tardi!
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