In campo con Folletto

In campo con Folletto

“Mamma, mamma ma cosa ci fanno i calciatori della Fiorentina con un robottino in mano al posto del pallone?”.
Mio figlio è un patito di calcio e anche se Parma-Fiorentina non è proprio la sua partita del cuore, da quando fa la raccolta di figurine dei calciatori non si perde un match.
Io che di calcio non voglio sapere nulla, butto un occhio pigra alla tv e mi vedo una squadra di energumeni in calzoncini alle prese sì con un robot, ma un robot-aspirapolvere Vorwerk Folletto ultimo modello (il mio occhio di casalinga che non riconosce la maglia viola di un giocatore della Fiorentina da uno del Parma, in fatto di elettrodomestici difficilmente si inganna).

E qui il mio interesse per questa strana partita comincia a risvegliarsi.
Che significa l’invasione di campo dei “Folletti”?
Che il match si stia trasformando in una specie di film di fantascienza dove le piccole e instancabili aspirapolveri senza filo cominciano a prendere possesso della palla, mentre i calciatori si armano di scopa e paletta per rassettare il campo?

In campo con Folletto

“Mamma torna alla realtà. Folletto è lo sponsor della maglia del Parma”, mi urla il piccolo secchione di casa…
Ah! Allora faccio due più due e capisco che si tratta di un’iniziativa piuttosto originale e alternativa.

A parte il bel messaggio diretto di distensione, ossia il fatto che una squadra faccia un regalo (se pure un po’ strano) ai suoi avversari prima dell’incontro che è un monito a rasserenare gli animi davanti a un evento sportivo, c’è un interessante secondo piano di lettura.
E’ un po’ come se qualcuno con un pizzico di ironia richiamasse finalmente all’ordine le leve calcistiche un po’ troppo viziate di questa generazione, facendole riflettere sulle piccole-grandi responsabilità quotidiane.
Una specie di tirata d’orecchie da parte di una vecchia zia saggia: “Cari ragazzi fortunati, stra-pagati per giocare a pallone e amati da grandi e soprattutto piccini, abbassate la cresta (e non solo in senso metaforico) e imparate a rifarvi il letto da soli!”.

Anna Paola Stampanoni

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