Incontro Fisher-Price: scoprire le sue passioni è un gioco.

gioco

Quale migliore occasione per scoprire cosa pensano i bambini durante il gioco di un evento Fisher-Price?

Abbiamo partecipato con grande piacere a questo incontro tra mamme ed esperte nel campo della ricerca e della pedagogia, per capire davvero cosa significhi “giocare” e quale sia il ruolo più giusto che ogni mamma dovrebbe avere in un momento di crescita così importante per il proprio bambino; sì, perché giocare significa crescere, imparare e scoprire se stessi divertendosi.

Scoprire le sue passioni è un gioco” è il messaggio che Fisher-Price ha voluto lanciare attraverso la nuova campagna, invitando i genitori ad assumere anche il ruolo di osservatori quando i propri figli giocano e, quindi, sperimentano; così facendo i bambini si potranno sentire liberi di scoprire in autonomia cosa procura loro gioia o delusione, saranno in grado di cambiare idea, insomma…saranno semplicemente liberi di essere bambini!

L’evento ha avuto inizio con la presentazione dei dati ottenuti dalla ricerca DOXAKIDS, che ha visto coinvolte ben 400 mamme per scoprire il loro pensiero sul gioco. Dai risultati emersi, la maggior parte delle mamme pensa al gioco essenzialmente come momento di divertimento. Grazie all’intervento della pedagogista Elena Urso invece, scopriamo anche il punto di vista del bambino e come in realtà il gioco non sia soltanto questo, ma anzi funga da tramite per l’autoconoscenza del proprio mondo interiore ed esteriore: per questo il divertimento e la crescita sono un connubio perfetto per lo sviluppo della personalità del bambino.

L’intervento delle esperte è stato molto interessante e utile per interrogarci sul modo di interagire con i nostri figli durante il gioco e, grazie alle domande e curiosità che abbiamo posto loro, sono emersi molti altri aspetti della relazione genitori-bimbi.

Così abbiamo scoperto come i nonni, a differenza dei genitori che sono più coinvolti nell’aspetto educativo della relazione, siano le persone che più rispecchiano i tempi lenti e dilatati del gioco, avendo più tempo a disposizione rispetto alle mamme o ai papà impegnati nel lavoro. Abbiamo parlato anche del valore affettivo del gioco, scoprendo come per i bimbi tutti i giochi siano dotati di un’anima: commettiamo un errore quindi a considerarli solo degli oggetti.

E i papà rispetto alle mamme, come giocano con i loro bimbi? Anche questa tematica ci ha incuriosite molto e ci siamo ritrovate a condividere le riflessioni della dott.ssa Urso, ovvero che le mamme sono coloro che mantengono un approccio più formativo rispetto ai papà, che invece si lasciano trasportare dai propri figli facendo emergere il loro aspetto più infantile.

Voi, come giocate con i vostri bimbi? Preferite essere parte attiva durante i momenti di gioco o lasciarli fare da soli è anche per voi la cosa più giusta?

A cura di Claudia Occhipinti

Post in collaborazione con Fisher-Price #playmore #eccocosapensa

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