Leoni, boa e galline faraone

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Leoni, boa e galline faraone

7 storie dal Congo, dal racconto a viva voce di Nsele Abuy
di Sofia Gallo
Illustrazioni di Federico Appel
Sinnos editrice
2008

L’uomo e la fame

Un uomo un giorno incontrò la fame.
“Chissà se possiamo essere amici?, chiese l’uomo.
“Certamente”, rispose la fame.
E il giorno dopo andarono insieme a pescare.
Si alzarono al secondo canto del gallo, presero la strada della foresta, arrivarono in riva al fiume e gettarono le lenze, come due buoni amici.
La giornata trascorse tra chiacchiere e una pesca proficua.
Verso sera avevano pescato molti pesci.
“Adesso, amico mio, li dividiamo – disse la fame – e ritorniamo al villaggio ognuno con la propria parte di pesce”.
“D’accordo. è così che si fa – disse l’uomo -. Vai nella foresta a prendere delle foglie belle larghe, così vi adagiamo sopra i pesci e vediamo quanto sono grossi”.
“Va bene – disse ancora la fame – ma, ricorda, a me spetta il più grosso perché sono la più anziana”.
“Certo”, disse l’uomo che conosceva bene le regole per dividere il pescato: alla persona più importante o anziana si dava il pesce più grosso e all’altra il più piccolo, poi si ricominciava da quest’ultimo e gli si dava il secondo pesce più grosso e al primo il pesce più piccolo tra quelli rimasti e così via. Se i pesci erano in numero dispari, l’ultimo si tagliava in due: la parte della testa andava alla persona più importante e la parte della coda all’altra.
Il pescatore sapeva tutto questo, ma appena la fame scomparve nel bosco a cercare le foglie, lui prese i pesci, li mise nel cesto e tornò da solo al villaggio con tutto il bottino.
Quando la fame fu di ritorno al fiume e non vide il pescatore, si allarmò e si mise a chiamarlo a voce alta, pensando che fosse fuggito da qualche pericolo.
“Dove sei, amico mio?”, gridava, ma non riceveva risposta e, non vedendo più i pesci, presto capì di esser stata ingannata.
Rientrò allora di corsa al villaggio e vide la donna del pescatore che stava già cucinando il pesce per la sua famiglia.
“Che cosa hai fatto? – gridò inveendo contro il pescatore – Dovevamo dividere il pesce e tu te lo sei preso tutto! Già lo hai cucinato e lo stai già mangiando”.
“Io scherzavo”, si difese l’uomo, ma la fame era così arrabbiata che volle inseguire il pesce fin giù nel suo stomaco, per prendere la parte che le spettava.
E si tuffò là dentro e rimase lì a mangiare il suo pesce e giorno dopo giorno a chiedere altro cibo e mai più liberò il pescatore dalla sua presenza.

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