Nadeem, andata e ritorno

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Nadeem, andata e ritorno

di Sofia Gallo
Illustrazioni di Anna Castagnoli
Sinnos Editrice
2006

Nadeem è un ragazzino di un qualche paese africano che, quasi per caso, viene attirato a lavorare in terre lontane, ma col tempo maturerà la voglia di tornare a casa e mettere a frutto le sue esperienze per non essere costretto ad emigrare di nuovo.

Nadeem mal volentieri si allontanava dalla capanna in cui viveva con la mamma e le due sorelline. Ma adesso aveva compiuto 11 anni e ‘sei grande ormai’ gli diceva la mamma e così un giorno gli disse di andare a prendere l’acqua nel pozzo che si trovava a chilometrici di distanza dalla sua capanna e lei era stanca di trasportare l’acqua con l’anfora sulla testa e adesso doveva impastare la farina di miglio e non aveva acqua a sufficienza.
Nadeem disse: “Va bene, vado io” e uscì dalla capanna a piedi scalzi con un’enorme anfora in equilibrio sulla testa.
La strada era deserta e la distanza dal pozzo era grande, ma Nadeem era felice; mentre camminava si sentiva libero e padrone di quella terra e anche delle nuvole e del sole che bucava il blu terso del cielo e al pozzo, pensò Nadeem, si incontra sempre qualcuno.
Quel giorno quando arrivò al pozzo trovò Azul seduto sul bordo di mattoni rossi con aria triste.
“Che ti succede?”, gli chiese Nadeem posando l’anfora per terra.
“Devo portare questo sacco di farina al mercato, ma è troppo pesante…”, disse Azul.
“Posso aiutarti”, disse Nadeem. E si chinò ad afferrare un angolo del sacco di farina.

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