Giganti. Le incredibili avventure di Gargantua e Pantagruele

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Giganti

Le incredibili avventure di Gargantua e Pantagruele
di Sofia Gallo
Illustrazioni di Chiara Rapaccini
Nuove edizioni romane
1999

Le avventure di Gargantua e Pantagruele, giganti inventati dallo scrittore francese Rabelais, riscritte per ragazzi. Giganti buoni, colti, generosi, amanti della pace, ma anche amanti del buon vino e della buona tavola e molto, molto desiderosi di godersi la vita, fin dalla nascita…

Per quanto riguarda la questione di nutrire il suo figliolo Gargantua non ebbe problemi.
Pantagruele ingollava il latte di 4600 vacche e pappe così abbondanti che non riuscivano tutti i padellari di Angiò, Lorena e Normandia a fornire padelle grandi a sufficienza per cuocerle.
Un giorno volle divorare anche la vacca che gli offriva la mammella, per cui dovettero legarlo alla culla con le gomene più spesse di quelle che tengono ancorati i più imponenti vascelli di Francia.
Poi fece a pezzi anche un orso e lo trangugiò tutt’intero come un bel pollastro; fu allora che le gomene vennero sostituite con catene di ferro e finalmente Pantagruele stette un po’ tranquillo.
La pace tuttavia non durò a lungo, perché restò quieto soltanto fino al giorno in cui suo padre diede un sontuoso banchetto e i servitori, intenti a dare il benvenuto agli ospiti, dimenticarono di tenerlo sotto stretta sorveglianza.
Tanto si dimenò Pantagruele per strappare quelle maledette catene, che rovesciò la culla e ne spezzò il fondo scalciando con i piedi; poi si rizzò e si avviò con passo deciso verso la sala del banchetto portandosi ben stretta sulla schiena la sua culla, come il guscio di una tartaruga.
Affamato com’era si gettò sul cibo, arraffando quanto poteva con la bocca, finché suo padre lo fece slegare.
Con un pugno ben assestato Pantagruele mandò in mille pezzi la culla a chiara dimostrazione di non volerci mai più rientrare.
Così crebbe forte, robusto e intelligente…

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