Rimelandia

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Rimelandia

Il giardino delle Filastrocche
di Bruno Tognolini e Roberto Piumini
Mondadori
1997

stella_small1 Rimelandia rap
stella_small1 Il mangiasole
stella_small1 La casa
stella_small1 La testa
stella_small1 I piedi
stella_small1 Per invitare a giocare
stella_small1 Il gelato a colori
stella_small1 Invettiva
stella_small1 Conta dei maiali
stella_small1 La settima barbie

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Rimelandia rap

Ehi, bambino,
che mi guardi da là fuori,
sei mai stato in un giardino dove parlano i fiori?
E tu, bambina,
non stare lì incantata:
vieni più vicina, è una bellissima giornata qui da me.
Dico a te, vuoi giocare con me?
Vuoi venire nel giardino più carino che c’è?
– Ci sono prati,
– ci sono fiori,
ma senza le maestre e nemmeno i genitori.
I prati sono i soliti, ma i fiori son diversi.
Ci credi che parlano?
– Parlano in versi!
Appena tu li tocchi loro dicono una rima:
vieni e guarda coi tuoi occhi, che così facciamo prima, dài!

Sissi, Sissi!
Rimelandia cos’è? è il giardino dei versi!
Sissi, Sissi!
Rimelandia con te non ci siamo mai persi!

Sissi, Sissi!
Rimelandia cos’è? Molto più di un giardino!
Sissi, Sissi!
Per far rima con te dove ride un bambino…

Tu come ti chiami? Io mi chiamo Sissi,
e ti aspettavo qui perché speravo che venissi.
– Ti piace il ritmo?
– A me parecchio!
– Per fare rima ce ne vuole d’orecchio!
Ci sono filastrocche di poeti italiani,
che battono le rime come tu batti le mani.
– Ci son quartine che non sembrano poesia,
ma quattro zampe scatenate che corrono via!
– Le puoi sentire,
– le puoi vedere,
– le puoi suonare,
– le puoi giocare!
Tu non ci crederesti quante cose ci puoi fare con i versi,
sì, quanti giochi diversi,
e posti dove correre,
– dove sedersi,
trovare i sogni che si erano persi.
Zitto malumore!
Questa è casa mia.
Tocco il primo fiore e una bellissima poesia ci porta via!

Sissi, Sissi!
Rimelandia cos’è? è il giardino dei versi!
Sissi, Sissi!
Rimelandia con te non ci siamo mai persi!

Sissi, Sissi!
Rimelandia cos’è? Molto più di un giardino!
Sissi, Sissi!
Per far rima con te dove ride un bambino…

Uffa però, sono stufa di parlare!
E tu, là fuori, non sei stufo di ascoltare?
Spingi quel cancello, dài,
– è sempre aperto.
Con te è più bello, sai,
– perché di certo…
giocare qui da soli non è tanto divertente:
una parola sola non fa rima con niente.
Un gioco di poesia, invece,
è meglio in due:
una parola mia deve far rima con le tue.
– Tu dici “terra”
– Io dico “fuoco”
– Tu dici “guerra” – nooo!
– Io dico “gioco!”
Lancia le parole come fossero una palla,
tocca il primo fiore
– con la farfalla…
delle mani, senza mani, tre cavalli, quattro re:
guardami!
– Io faccio rima con te!

E poi, quando hai finito,
può partire il girotondo:
spegni tutto con il dito…

… e corri fuori a fare rima con il mondo!

Sissi, Sissi!
Rimelandia cos’è? è il giardino dei versi!
Sissi, Sissi!
Rimelandia con te non ci siamo mai persi!

Sissi, Sissi!
Rimelandia cos’è? Molto più di un giardino!
Sissi, Sissi!
Per far rima con te dove ride un bambino…

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Il mangiasole

Pianta vivente il sole raccoglie,
con i suoi raggi fa verdi le foglie.
Capra vivente pascola e passa,
mangia la pianta e diventa più grassa.
Lupo vivente caccia le prede,
mangia la capra appena la vede.
Io che son cucciolo d’uomo vivente
mangio la carne,
mangio le foglie,
mangio anche il sole splendente.

La casa

La mia casa ha sette porte:
una aperta per il sole,
una chiusa per la morte,
una aperta per chi vuole,
una dove batte il mare,
una dove dire addio,
una il lupo non può entrare,
una posso uscire io.

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La testa

Testa di luna, testa di pera,
testa volante di palloncino,
testa non essere troppo leggera:
stai nelle nuvole, ma qui vicino.
Testa di sole, testa parlante,
testa foresta di troppi capelli,
testa non essere troppo pesante:
posati pure, ma come gli uccelli.

I piedi

Salgono i piedi per la salita,
passo per passo finché è finita.
Scendono i piedi per la discesa,
giù verso il basso che il passo non pesa.
Piedi leggeri, passi pesanti,
lungo i sentieri che portano avanti.
Passi di marcia rivoluzionaria:
testa per terra, piedi per aria.

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Per invitare a giocare

Vieni in un posto che è pieno di fate?
Vuoi una merenda di latte e risate?
Fai una partita con me senza fine?
Scambi le doppie delle figurine?
Io sono sola seduta sul letto,
ti sto chiamando e ora ti aspetto.
Ho anche un segreto nascosto per te.
Vieni a giocare con me?

Il gelato a colori

Dice la mamma bianca:
– Arriva l’uomo nero vucumprà:
ti mangia e se ne va.
Dice la mamma nera:
– Arriva l’uomo bianco col cappotto:
ti mangia crudo e cotto.
E io che sono bianco,
ho amici colorati:
ci sediamo di fianco,
e mangiamo gelati.

Invettiva

Tu che una volta eri mio amico,
sta un po’ a sentire ciò che ti dico.
Faccia di pecora con gli occhi storti,
fa vomitare la puzza che porti.
Faccia di straccio da spolverare
quello che sei non si può immaginare.
Succhiapantofole, masticavetri,
stammi lontano sessanta metri.
Girati i pollici, sciacquati i denti,
poi la ridico così la risenti.
Stupida cozza, quanto sei brutto,
senti la puzza che c’è dappertutto.
Puzza di puzza che lascia la scia,
topi di fogna che scappano via.
Mela col verme, verme col moccio,
brutto budino bambino bamboccio.
Faccia di fungo morto di sonno,
ciuffo di peli di naso di nonno.
Testa di pietra cotta dal sole,
pochi pensieri e anche meno parole.
Palla di pelle di polli un po’ vecchi,
pigna con gli occhi, il naso e gli orecchi.
Sguardo da buco del lavandino,
guardati questo, però da vicino.
Gigio Sandrone, grosso melone,
la tua maestra ci aveva ragione.
Palla pelata con pochi pensieri,
faccia di pezzo di pane di ieri.
Povero uccello, stupido arnese,
poco cervello di maionese.
Strazio del mondo, sonno profondo,
grosso ciccione più largo che tondo.
Quello che dico è vero sputato
se non ci credi guardati specchiato.

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Conta dei maiali

Sulla strada da Modena a Reggio
c’era un maiale per non dire peggio:
grufola grugno, pungola pugno,
pane e salame di maggio e di giugno.
Passano sette motociclette,
povero porco lo tagliano a fette.
Una per me, una per te,
una per Ciccio che mangia per tre.
Passa la sete passa la fame:
resta soltanto un salame…

La settima barbie

Ho sette bambine delle meraviglie,
sette bambole Barbie mie figlie.
La prima ha più vestitini di me,
la seconda ha soltanto un gilè.
La terza si è rotta e non si raddrizza,
la quarta è una cavallerizza.
La quinta è ricchissima, ed ha la casetta,
la sesta è seduta e mi aspetta.
La settima Barbie si chiama Lola,
ma quella la vedo io sola.
Ha forma di albero, ha l’aria un po’ triste,
ha colore blu, e non esiste.

…continua…

Indice dei titoli delle filastrocche

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