Io e Zora

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Io e Zora

di Sofia Gallo
Collana Graffi
Giunti
2008

Silvia dall’inizio dell’anno è alle prese con la presenza per lei irritante e sofferta di una nuova compagna tunisina. Gelosia, invidia, rispetto, antipatia, rivalità, vergogna, amarezza, tanti i sentimenti che si scatenano in lei; complicati da capire e da gestire, intrecciati con lezioni, compiti, amici, gare di atletiche, gite scolastiche, feste e gruppi musicali…e ci si mette di mezzo anche la preside con un’infamante sospensione per un malefatta di cui Silvia non è responsabile!

Appena fuori dal portone della scuola mi chiede a bruciapelo:
“Ma sei stata tu o no?”.
“Papà – protesto trattenendo le lacrime – ma ti sembra che io possa fare una cosa del genere?”.
“Sì – dice lui tranquillo – conoscendoti, potresti benissimo. Quella Zora ti irrita da quando è arrivata. Me l’ha detto la mamma”.
“Va be’, siete anche voi dei deficienti”.
“Piano ragazzina con le parole – mio padre è seccato. “Vengo chiamato qui d’urgenza, devo lasciare il lavoro, sento una storia assurda di serpenti attaccati al sedere, c’è un tizio che non conosco che mi guardia con odio, ti becchi una sospensione come l’ultimo dei lazzaroni e per finire dai dei deficienti ai tuoi genitori…sei impazzita o che?”.
“Scusa – borbotto – però io non ho fatto niente, te lo giuro”.
“Ok, ti credo. Andiamo al bar e mi racconti un po’ sta faccenda. Tanto ormai la giornata è andata…”.
è la prima volta in vita mia che mio padre ascolta qualcosa della mia scuola. Mi pare di camminare sulle nuvole dalla contentezza. Gli racconto dell’arrivo di Zora, delle attenzioni nei suoi riguardi, di quanto ciò mi irriti perché mi pare eccessivo, del foglio maledetto, di come sia stata emarginata dai compagni e di quanto mi abbiamo deluso le mie amiche. Lui ascolta serio, senza attribuire colpe o ragioni. Ascolta e basta: l’unico problema è che tutte le volte che nomino qualcuno mi chiede: Mara chi?, Angelica chi? Ernesto?…Non conosce un nome, non ricorda una faccia. Come se fino adesso fossi vissuta tra i marziani.
Comunque alle sette di sera qualcosa sa.
Può darsi che domani dimentichi tutto e tutti, ma io mi sento un’altra e sono felice.
Nonostante le bugie della classe e la sospensione.

…continua…

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