Joan e Antali

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Joan e Antali

di Sofia Gallo
Illustrazioni di Anna Pavia Castagnoli
Falzea Editore
2005

Joan e Vasili, ragazzo più vecchio e esperto di lui, nel loro peregrinare da profughi incontrano un gruppo di uomini armati che si dimostrano amici e sono disposti ad offrire la loro protezione. Purtroppo la calma durerà poco e i due ragazzi si ritroveranno presto a dover fronteggiare di nuovo da soli la difficile situazioni della guerra civile.

A Joan si sciolse improvvisamente la lingua.
“Noi scappiamo da non so quanto tempo; abbiamo visto la pioggia torrenziale, le fattorie scoperchiate dal vento, il fuoco che brucia tutto e non lascia respirare e i soldati serbi che ci hanno legato e tenuto prigionieri; abbiamo lavorato a Priština prima che saltasse tutto per aria e abbiamo perso Antali e Mira e i vecchi e anche il povero Mikai, che parla solo con gli animali e andiamo al campo profughi…”.
“Avete visto l’esercito serbo?”, lo interruppe un uomo mettendogli dolcemente una mano sul capo.
“Sì, ma un bel po’ di tempo fa. Con le tende, i cavalli, le armi e i carri e i prigionieri. Tutti in fila, con le mani legate dietro la schiena […] e siamo scappati”.
“Parleremo dopo – intervenne uno dei tre uomini. – Adesso leviamoci di qui! Quei maledetti sono dappertutto!”.
Joan e Vasili, che era rimasto in silenzio, seguirono i tre.
“Sono dei nostri”, bisbigliò Joan all’orecchio Vasili mentre arrancavano per seguire le lunghe falcate degli uomini.
“Dei nostri? Cos’è? Sei diventato un esperto militare?”.
[…] Joan non disse più niente.
Per una volta che aveva parlato e gli sembrava di aver fatto bene, Vasili faceva quell’aria di superiorità, come se soltanto lui fosse in grado di fiutare i pericoli.
“Questa guerra fa schifo”, sbottò ad un tratto.
“Tutte le guerre fanno schifo”, ribatté Vasili, aumentando il nervoso di Joan.
“Questa più delle altre”.
“Già… e noi cosa ne sappiamo delle altre?”.
“Non molto, ma sui libri di storia si legge di schieramenti nemici, di dichiarazioni di guerra. Tutto secondo le regole. Qui invece è un pasticcio; cristiani, musulmani, albanesi che vogliono tornare in Albania e noi che vogliamo essere indipendenti e quegli altri che vogliono comandare a tutti i costi. E i Macedoni? Quelli non ci vogliono proprio tra i piedi. Ha fatto bene mia madre ad andarsene e anche mio padre. Loro sono felici insieme e non si fanno la guerra per niente. E lo zio? Vasili pensi che li ritroveremo?”.
Vasili lo guardò e con aria benevola disse:
“Li ritroveremo e ricominceremo tutto da capo!”.

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