L’aquilone prigioniero


L’aquilone prigioniero
Giovanni Caviezel

Otto e Grilloproiettile
TARAZUMMA ZUMMA ZA! Soffici tromboni e rotolar di grancasse annunciavano in ogni paese l’arrivo del circo Pavonazzi! Era un circo dal tendone altissimo e a punta, così lungo da dover essere tenuto su da una mongolfiera! I numeri del circo erano uno più matto dell’altro: c’erano i fratelli Roditor e le loro Carote Filanti,
Girinco l’acrobata Sbilenco, Mammotto il Pupazzo Parlante e naturalmente Moffetta Equilibrista, l’unica Puzzoloide capace di starsene appoggiata a settantanove scatoloni in bilico senza farsi venire mezza piega al baffo sinistro.
Ma la grande attrazione, il numero dei numeri era quello del grande Otto e del piccolo Grillo Proiettile.

A vederli, non potevano essere una coppia più stranamente assortita: Grilloproiettile era un Ciuffogrillo da trecento grammi criniera compresa, mentre Otto era un colossale roditore tutto muscoli e baffoni impomatati. Ma state a sentire quello che erano capaci di fare!

Otto saltava giù da uno sgabellone altissimo e schiacciava con tutto il suo peso il Cannone a Mantice dentro il quale c’era Grilloproiettile. Il Ciuffogrillo, lanciato a velocità supersonica, piazzava con matematica precisione un naso a palla nel bel mezzo di un fiorellone di pezza incollato cento metri più in alto, sulla cima della tenda.

Ecco! Otto salta e con un boato micidiale Grilloproiettile viene sparato su su su, alto alto in una nuvola di stelline luccicose e di segatura da circo, mentre la banda esplode in una marcia trionfale che fa pressappoco così: ZUM PAPPA ZUMPAPPAZUM!
Spinto dalla forza prodigiosa del Cannone a Mantice il piccolo grillo sale fino in fondo alla punta della tenda, poi apre le ali di posizionamento, le sbatte un po’ e sistema il naso al fiorellone. Ancora una volta, missione compiuta!

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