Uffabaruffa come sei buffa

uffabaruffa
Uffabaruffa come sei buffa

di Annamaria Gatti
Città Nuova
I colori del mondo
1997

II Premio letteratura per l’infanzia “Aquilone d’oro” nel 1999

Uffabaruffa ha un problema: si chiama scuola. Certo, si è diplomata strega di terza categoria, ma che fatica! Troppo buona e pasticciona per fare la strega. “Perché non fai la fata?”, le chiede qualcuno. A Uffabaruffa sembra un’idea fantastica. Non così al Gran Consiglio delle streghe. Ce la farà?

Da “Uffabaruffa come sei buffa” pagg. 7 – 8


C’era una volta una giovane strega un po’ cicciona, che portava grandi occhiali da sole su un bel naso a patata.
Dal cappellone a cono, buio come la notte, scappavano qua e là capelli così dritti che parevano spaghetti. Veramente il suo abbigliamento era un po’ strano, perché sotto il suo grembiulone nero portava un costume a righe variopinte che si sarebbe potuto definire simpatico, se non le avesse dato l’aspetto di una carcerata in vacanza.
Inoltre, anziché portare la solita bacchetta stregata, si infilava nell’enorme mascone del grembiule degli arnesi strani per una strega: una paletta verde, un secchiello da spiaggia, setaccio e formelle per giocare con la sabbia e costruire grandi castelli merlati. Ogni giorno, infatti, che ci fosse neve, tempesta, vento, pioggia o grandine, se ne andava al mare a giocare, anziché imparare sempre nuove stregonerie e malvagità.
Aveva anche la strana abitudine di esclamare “Uffabaruffa!” quando si trovava nei guai o era superfelice, anziché “accidenti” o “mondo bistecca!”. Così tutti finirono col chiamarla Uffabaruffa.
…continua

Questo libro è stato tradotto anche in altre lingue, per esempio:
uffabaruffa_sp

Spagnolo     uffabaruffa_coCoreano


 

 

 

 


 

 

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