Lockdown e pandemia: la parola ai ragazzi
In onda 6 nuove puntate di Ragazzi Interrotti – serie short di Sky per dare voce alla generazione Dad
Le nuove puntate di Ragazzi Interrotti, che abbiamo visto in anteprima in questi giorni e che racconta attraverso brevi interviste il vissuto degli adolescenti ai tempi del Covid, è stato lo spunto per guardarci intorno tra figli e amici e provare a fare una riflessione semi seria su come stanno davvero.
Mamma, ma ti rendi conto? Non ci capiterà mai più di poter giocare a Fifa con i compagni mentre la prof spiega Dante, lasciateci vivere in pace questo straordinario momento!
Questa frase pronunciata da un tredicenne alla mamma in una mattinata di Dad è una voce fuori dal coro, che però forse ci illumina sull’altra faccia della pandemia, che da un anno costringe in casa un’intera generazione di adolescenti, rimasti senza scuola, senza sport, senza feste, ma non per questo senza risorse. Se da una parte c’è infatti l’allarme degli psicologi e psicoterapeuti, che mostrano i dati sconfortanti del disagio psichico causato dal lockdown su bambini e giovani, dall’altro per fortuna ci sono anche gli esempi di ragazzi che riescono a cavalcare l’onda senza troppa fatica o sofferenza, cogliendo l’attimo armati di joystick e telefono.
Nella prima ondata l’aspetto romantico del lock-down, aveva portato molti adolescenti a riscoprire il calore del focolare e a trovare conforto nelle relazioni familiari, tra partite a carte, sfide a Monopoli e pizza fatta in casa, nella seconda ondata sono arrivati invece lo sconforto, la noia e la voglia di partire con uno zaino in spalla il più lontano possibile dai genitori, magari in Nuova Zelanda. Perché ormai la cameretta assomiglia sempre più a una cella, in un’altalena di sentimenti contrastanti, paure e sbalzi di umore. Ma sarà la capacità di adattamento tipica dell’età, la famosa resilienza, sarà che ai rapporti sociali filtrati dagli schermi c’erano già abituati e che la famigerata DAD qualche indubbio vantaggio pratico ce l’abbia, dalla possibilità di scopiazzare di tanto in tanto, alla sveglia posticipata, eppure la situazione dei nostri figli non sempre appare così tragica come la si dipinge.
In fondo, diciamoci la verità, quando li abbiamo spiati in inverno far lezione in pigiama, con la tazza del caffelatte e il cuscino con ancora l’impronta della testa, un po’ li abbiamo invidiati, pensando che sarebbe piaciuto anche a noi. Non per sempre, intendiamoci, perché la scuola non è questa, ma mettersi lo smalto in pigiama tra un aoristo e un’equazione, urlare alla Play Station mentre è in corso l’interrogazione di storia, chattare indisturbati nell’ora di scienze o fingere il blackout per scampare una verifica, sono cose di indubbio fascino per chi al massimo poteva osare una battaglia navale tra i banchi o millantare il mal di pancia per saltare l’ora dopo.
Ovviamente si scherza, perché sappiamo bene che la DAD è un surrogato di scuola che penalizza i più fragili e amplifica le differenze. Sicuramente per crescere bene c’è bisogno di presenza, di professori in carne e ossa, compagni di banco e relazioni vere, come ben ci raccontano i protagonisti di Ragazzi Interrotti, divisi fra appuntamenti su Meet e compiti in Classroom, fra coprifuoco e cameretta, playstation e jogging sotto casa. In questa nuova edizione, che vi consigliamo di guardare, troviamo le storie di Massimiliano, Alfred, Luce, Alyssa, Alberto e la coppia Samuele e Sara: sei storie, in gran parte del centro Italia che, ancora una volta, testimoniano come i ragazzi non si arrendano facilmente, pur convivendo con una situazione che li ha provati fisicamente e psicologicamente.
Ragazzi Interrotti – dal 12 aprile all’interno di tutte le principali edizioni del tg, e sempre disponibile sul sito skytg24.it, on demand e sui canali social