Mamme a Ferragosto: top 5 delle paure da spiaggia

Paure da spiaggia

Intorno a Ferragosto le nostre spiagge sono piene di bambini che sguazzano felici, ma a turbare la serenità delle mamme ci sono purtroppo 5 classiche paure, che da sempre accompagnano le vacanze al mare in famiglia. Potrebbe essere tutto perfetto: sole, mare e trallallà se non fosse per quei pensieri funesti che strisciano da un ombrellone all’altro, tenendo le mamme sempre allerta (chi più chi meno, ovviamente) e incapaci abbandonarsi all’ozio vacanziero.

Vediamo allora quali sono le principali paranoie da spiaggia, che si tramandano di mamma in figlia e che investono come uno tsunami schiere di poveri bimbi innocenti.

La congestione

Sui lidi italiani la paura della congestione ha sicuramente il posto d’onore e, se pure ridimensionata rispetto alle scorse generazioni, quando bastava un ghiacciolo per tenere una creatura lontana dal bagnasciuga per almeno 3 ore, è impossibile da sradicare. Sono ancora la maggioranza i bambini italiani costretti dalla mamma all’astinenza da bagno dopo mangiato per lo spettro della congestione, nonostante i 40 gradi e i coetanei stranieri che si tuffano indisturbati con la pancia piena.

Le variazioni sul tema sono tante: dalle ore di attesa che cambiano a seconda del menù, ai piccoli costretti a consumare panini in mare così la digestione non è ancora iniziata, ma la sostanza non cambia. E pensare che ci sono illustri pareri che sdoganano allegramente il bagno dopo mangiato!

Il colpo di sole

Al secondo posto delle paure da spiaggia troviamo l’insolazione o colpo di calore, che si scongiura con cappellini e litri di crema protezione 50+. Certo, le mamme secchione sono quelle che riescono a mantenere gli orari svizzeri di esposizione ai raggi UVA raccomandati dai pediatri, ovvero all’alba o al tramonto, ma tutte le altre si arrangiano come possono. C’è chi costruisce zone d’ombra con parei e magliette e chi lega i bambini al lettino sotto l’ombrellone nelle ore calde, oppure parcheggia carrozzine sotto l’unico arbusto, sperando che il sole non giri troppo in fretta.

Quando poi non funziona niente e il piccolo torna a casa rosso e gonfio come un peperone, parte la giostra dei rimedi della nonna: olio di oliva e ghiaccio, foglie di aloe tritate, fette di cocomero e chi più ne ha più ne metta.

I mostri marini (meduse, tracine, ricci & Co)

A volte il terrore arriva proprio dal mare. Se nel Mediterraneo possiamo considerarci al riparo da squali e calamari giganti, non dobbiamo sottovalutare il pericolo delle meduse, dei ricci, delle tracine o degli anemoni di mare. Il beach-kit salvavita delle mamme ipocondriache contiene spray anti-urticante, pinzetta e ago sterile per togliere le spine e anche siero antivipera che non si sa mai. Le altre sprovvedute saranno costrette -in caso puntura di medusa- a fare tesoro della saggezza popolare sfruttando le proprietà terapeutiche della pipì!

I figli delle mamme con la fobia dei mostri marini si riconoscono invece per le scarpette da tedesco che usano per fare il bagno o -nei casi più gravi- dallo scafandro da palombaro che sono costretti a indossare prima di buttarsi in mare.

Il vento

Libeccio, Maestrale o Meltemi hanno il potere di far andare di traverso la vacanza più bella a moltissime mamme, specialmente di bimbi piccoli. La paura dell’otite o del mal di gola, con le conseguenti notti insonni e urla di dolore inconsolabili, è in agguato al primo alito di vento e spinge le mamme ad azioni inconsulte. C’è chi rinchiude i figli in casa giorni e giorni per un soffio di tramontana e chi sfodera cappellini improbabili e fazzoletti tattici che tengono al riparo le orecchie e la gola. Se solo si fossero ricordate di mettere in valigia quei vecchi para-orecchie di pelo, avrebbero usato anche quelli!

I tuffi

N0n c’è bambino che prima o poi non desideri provare l’ebbrezza di tuffarsi e non c’è mamma che non trepidi dalla riva, pensando al peggio. Mentre i figli scalano scogli sempre più alti, si sentono urla materne sempre più minacciose. E’ un classico estivo: tuffo a bomba, all’indietro, per mano e persino a capriola, dal trampolino o dalle rocce, vincendo paure, timori e sgridate dei grandi. Le mamme tremano, ma l’alternativa inquietante di ritrovarsi un diciottenne sotto l’ombrellone che gioca con secchiello e formine, le spinge a chiudere gli occhi e fare gli scongiuri del caso. Buon Ferragosto!

E voi avete qualche insana e incontrollata paura da spiaggia? Raccontatecela!

 

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